martedì, dicembre 12, 2006

Carne di culo - 530

Il Commendatore sentì gracchiare la radio dalla porta della sua millecento, che era rimasta aperta. Corse verso la macchina. La radio trasmetteva "Tutto il calcio minuto per minuto", ma nella voce di Afredo Provenzali, il Commendatore riconobbe l'inconfondibile inflessione di colui-che-non-può-essere-nominato. Tra una finta di Boniperti e una girata al volo di Sivori CCN PEN riuscì a far pervenire al Commendatore l'informazione essenziale:
"Carne è vivo"
"Sia lodato il cielo, anche se mi sono cagato addosso, e non ho neanche un cambio di biancheria" disse il Commendatore pensando che Grande Merda era davvero una merda.

A Shitjuku intanto Carne stava ricoprendo la ragazza con il suo giaccone, dal momento che come tutti era nata nuda. Prima di vestirla Carne le diede un'occhiata abbastanza doviziosa. "Se non fosse che io sono a corto di Viagra e che tu devi rimanere vergine (non so per quale cazzo di motivo), una bella ripassatina non te la leverebbe nessuno, figliola"
"Chiamami Kate" disse Kate
"Vedi Kate - disse Carne stappando una lattina di birra di guano fermentato - di solito, in queste storie, a questo punto, l'eroe tromba la ragazza. Ma il problema, qui, non ha una soluzione così semplice e biologica. Sembra che per recuperare il bario il tuo imene debba rimanere intatto. E' davvero incomprensibile".
Nel frattempo continuava a pensare a chi avesse preso il suo posto a Walfangurbjan correndo i rischi che sarebbero stati suoi.

Il sole calava obliquo nel Distretto Orientale. Cinquantadue fusi orari più avanti, in un bar di Schit, Pandemonium, sorseggiando il suo Velvet Ass, cominciò ad avere il dubbio che Carne fosse più furbo del previsto e che la capra non fosse nè capra nè incinta.