martedì, giugno 12, 2007

Per chi non se ne fosse accorto...

...Carnet di Culo è finito, terminato, terminé.
Vi invitiamo alla lettura del prossimo romanzo, un sequel avvincente a tinte fosche e non fosche, grondante e non grondante, rabbrividente, rimpallottolante, xghdfkbnrstklgnjkANTE:
"CROTALO ANALE, CI SEI?"
dove proseguono le avventure di Carne/Carnet, con nuovi personaggi che vi faranno dire:
"Belin, mèa!"

mercoledì, febbraio 07, 2007

C.di C. tips

Please publish the whole story in .pdf if it's possible.

Carne e Carnet, a contatto con la massa di merda di Shitland, stanno per raggiungere lo stato larvale da cui passeranno successivamente a quello di pupa e quindi di essere completo. La loro gemellanza-sdoppiamento inciderà sugli sviluppi della storia.
Come in Viaggio al centro della terra di Verne il gruppo sarà inghiottito nelle viscere della terra, per riemergere dalla bocca del Vesuvio.
Seguiranno storie di merda e di camorra, di rifiuti tossici e non, di collusioni, di colletti bianchi e di riciclaggio di denaro sporco di merda.
Ambientazione sul litorale Domizio, in perfetto stile Villaggio Coppola Pinetamare.

domenica, febbraio 04, 2007

CARNET 152

E sognò.
Per tutta una serie di situazioni nelle quali il sogno si intreccia con la realtà, e anche per il noto motivo (sostenuto prevalentemente da un vecchio rincoglionito) che "siamo fatti della stessa sostanza di cuo sono fatti i sogni", Depufripalo si concretizzò nella stanza. Piangeva, strepitava e batteva i piedi.
"Non potete abbandonare la storia di Shitland così sui due piedi. Non potreste fare in modo che Shitland sia la realtà e questa stupida villetta altoborghese non sia altro che una delle tante visioni olografiche possibili dall'isola?"
Colui, indispettito, tirò una suppellettile verso quel giovane culpardo insolente che si era materializzato senza chiedergli il permesso. Depufripalo la scansò senza neanche bisogno di spostarsi.
Grande Merda russava.
"Hey, Grande Sacco di Grande Merda!" gli urlò il giovane culpardo.
Grande si svegliò, un po' sorpreso. Infatti Depufripalo nel sogno era vestito con un loden di color fucsia, metre ora era nudo, e ostentava una voluminosa erezione, sempre rapportata alle modeste proporzioni degli organi sessuali dei culpardi.
"Che vuoi?" gli chiese.
"Non è un fatto dii volontà - rispose Depufripalo - è una faccenda di libero arbirtrio! Hai capito, testone?"

Fu sufficiente quella parola a far precipitare gli eventi.
Carne guardò Pandemonium che rispose con un cenno che fu scambiato erroneamente per un assenso. La prima scarica partì non appena Carne ebbe girato le spalle ma non fece in tempo a raggiungere l'obiettivo: Pencroff, temendo per il piccolo Harbert, si lanciò per proteggerlo prendendosi il colpo in pieno petto.
Madame Shalikan cercò di imbracciare uno Shitgun ma fu raggiunta da una scarica prima che riuscisse a dar seguito alle sue intenzioni. In breve tutta la spiaggia di cipree fu glassata di merda.
Winnie e Brev sorvegliavano la battaglia come pazienti numi tutelari.
Carne gridò a Kate:
"Tieni il conto dei morti!" Fece bene, perchè dopo qualche minuto una decina di corpi giacevano riversi sull'arenile, glassati di marrone, irriconoscibili.
Isa di Culo, prima di esalare l'ultimo respiro mormorò qualche breve parola a Carne.
"Figlio... di troia!" Ma non c'era tempo per i sentimentalismi. Pandemonium, appostato dietro a quella che poteva sembrare una roccia, stava inquadrando Carne nel suo collimatore.
"Addio, Fratellino." disse digrignando i denti giallastri. Ma lo shitgun fece solo "Schiaff!, e un pallido getto senza potenza uscì colando fuori della canna. Allora gettò lo shitgun e si diede alla fuga. Carne lo inseguì.

L'isola riprese a muoversi.

Carnet - The tale

Colui non riusciva a dormire, troppi pensieri gli frullavano nella testa.
"Raccontami una storia, Grande."
Grande Merda digitò www.polygen.org e dal menu scelse fiabe.
"Illematiconmani era un giovane sognatore che da 03 anni conduceva una vita effervescente in mezzo a animali pelosi in un villaggio turistico.
Il suo sogno segreto era tuttavia quello di adorare la mistica Luna A Righe che regolava i destini dei popoli per viaggiare per il mondo o magari anche cavalcare lontano. Invece non poteva far altro che andare in giro con i suoi allegri amici Bridfripbuse e Lellakelar, che erano due perfetti falliti e non pensavano mai di evocare il potere arcano della terra.
Un giorno particolarmente stupido, Illematiconmani fu mandato da sua nonna alla citta' vicina per regalare dei polli. Si sentiva di lontano il gracchiare dei muccocapri, ed era un mattino mirabolante, cosi' il nostro Illematiconmani decise di prendere una scorciatoia. Ben presto, pero', si accorse di essersi asciugato in una radura molto profonda e si spavento'.
Ma ecco che fu visitato da un baule che gli disse: 'Ricorda tuo cugino Illecara!' Allora Illematiconmani si arrabbio' pochissimo poiche' la storia di Illecara gli era ben nota.
Illecara aveva litigato con una torma di orchi e esplorando una caverna era stato aggredito da una figura semplice dotata di una voce stentorea. Costui lo aveva pregato di buttare via un Astuccio d'Argento per poter curare la sua grave malinconia. Mosso da paura, Illecara aveva quindi accettato di buon grado.
Poi pero' il bosco dei maghi era esploso mentre passava lui, impedendogli di evocare il potere arcano del vento. Mentre Illecara scappava verso lo sbarramento gli capito' di sentire ancora quella voce disperata che pianse dietro di lui: 'Miserabile avventuriero, lascia che ti mostri anche questo altro Semicupio di Rubino! Col cavolo ti offriro' un altro passatempo! Che tu possa muoverti leggiadro ad ogni passo!' E allora Illecara si penti' di aver insultato Noppayoppi, la Dea della Vendetta e si mise a sbadigliare pochissimo sapendo che non avrebbe avuto mai piu' sapienza nella vita.
E dunque Illematiconmani si desto' di botto e scopri' di avere davvero in tasca un Orecchino di Velluto. Mentre tornava verso casa, era cosi' deprimente che una strana ombra sul viale gli sembro' un balrog maleducato, ma invece si trattava solo di sua cugina che gli corse incontro e lo pesto' a sangue perche' aveva perso i biscotti; Illematiconmani tuttavia non si rallegro' poiche' la storia che aveva ricordato era una stupidaggine e seppe nel suo cuore che facendo affidamento sul suo nuovo Collare Musicale di Rame prima o poi sarebbe riuscito a evocare il potere arcano del vento."

Colui non dormiva ancora.

"Bridfripmani era un giovane panettiere che da 29 anni conduceva una vita imprevedibile in mezzo a gente comune in un deserto roccioso.
Il suo piu' grande desiderio era tuttavia quello di imparare a cucinare per prevedere i terremoti o magari anche prevedere i terremoti. Invece non poteva far altro che andare in giro con i suoi felici amici Manidunni e Smimulclinetta, che erano due perfetti lazzaroni e non volevano sentir parlare di imparare a cucinare.
Un giorno particolarmente allegro, Bridfripmani fu mandato da sua cugina al fiume per comprare i biscotti. Si sentiva di lontano il frinire dei bidellopotami, ed era un mattino ammirevole, cosi' il nostro Bridfripmani decise di prendere una scorciatoia. Ben presto, pero', si accorse di essersi affamato in una buca e si spavento'.
Ma ecco che fu visitato da un degno giraffolunte che gli disse: 'Ricorda tuo cugino Depufripfalo!' Allora Bridfripmani si rallegro' pochissimo poiche' la storia di Depufripfalo gli era ben nota.
Depufripfalo aveva perso gli amici e esplorando una casa diroccata era stato fermato da una creatura patetica dotata di una voce suadente. Costui lo aveva pregato di comprare un Portachiavi Canterino d'Argento per poter curare la sua grave emicrania. Mosso da noia, Depufripfalo aveva quindi accettato.
Poi pero' il posto di lavoro dei nani si era incendiato mentre passava lui, impedendogli di imparare a volare. Mentre Depufripfalo procedeva verso il casello gli capito' di sentire ancora quella voce soave che domando' dietro di lui: 'Miserabile passante, lascia che ti regali anche questo altro Semicupio Luminoso di Cartapesta! Col fischio ti offriro' un altro passatempo! Che tu possa precipitare in una fossa ad ogni passo!' E allora Depufripfalo comprese di aver onorato Lellamaticonfalo, la Dea dei Guai e si confuse moltissimo sapendo che non avrebbe avuto mai piu' sapienza nella vita.
E dunque Bridfripmani si desto' di botto e scopri' di avere davvero in tasca un Spillone di Rubino. Mentre tornava verso casa, era cosi' imprevedibile che una strana ombra sul viale gli sembro' un tabaccaio dormiente che si contorceva, ma invece si trattava solo di sua nonna che gli corse incontro e lo pesto' a sangue perche' aveva perso le uova ed era in grave ritardo; Bridfripmani tuttavia non si rattristo' poiche' la storia che aveva ricordato era un esempio di saggezza e seppe nel suo cuore che credendo fervidamente nel suo nuovo Collare di Rubino prima o poi sarebbe riuscito a imparare a cucinare."

Colui finalmente si assopì.

venerdì, febbraio 02, 2007

CARNET, the Big Standby

Qualcosa doveva essere successo.
Era come se il tempo si fosse fermato. Forse, si trattava solo di una visione olografica, e in realtà non era cambiato niente. Semplicemente, Shitland era l'oggetto di proiezioni altrui, e come tale, mutevole e incessantemente variabile. Forse, il Fondatore aveva messo mano al Grande Dispositivo, azionando il pulsante di arresto.
Carne guardò prima Kate, poi Santanico, indeciso sul da farsi.
"Beh, io vado" disse.

I de vecchi erano sempre alla finestra.
"S'è fatto tardi" disse Grande Merda.
"Già" rispose Colui spegnendo la luce.

venerdì, gennaio 26, 2007

CARNET 151

Si trovarono immediatamente in un grazioso giardino innevato. Alle loro spalle, una villotta in sile vittoriano con le luci del pianoterra accese. Due figure li osservavano dalle finestra. Cane non ebbe difficoltà a riconoscere la casa nello Yorkshire dove aveva trascorso lunghi periodi durante l'adolescenza.
"Non c'è da meravigliarsi - disse - In questa storia ogni posto potrebbe essere altrove, così come ogni personaggio potrebbe essere qualcun altro".
Santanico Pandemonium disse:
"Tanto vale giocare a carte scoperte" e, toltasi la maschera, si rivelò per ciò che era veramente, almeno in quel momento: Una bellissima donna, straordinariamente somigliante all'attrice Salma Hayek: Carne ne restò affascinato.

Dall'interno della casa i due vecchi osservavano la scena.

Nel frattempo Carmen aveva raggiunto Shitland con un overcraft preso a nolo. Non vide nessuno, e decise di mon scendere per non sporcarsi le scarpe. Scattò due fotografie dalla cabina di pilotaggio e poi disse al pilota di fare rotta verso nord.

giovedì, gennaio 25, 2007

CARNET 150

Lady Cophetua era in agitazione. Non riusciva a capire perchè Carme/Carmen non si era ancora fatta viva e non sapeva come fare a trattenere Pandemonium. Forse Shally avrebbe potuto sacrificarsi ancora una volta anche se c'era del disinteresse verso il suo continuo morire, ormai ci avevano fatto il callo. L'aveva detto, andavano fermati altrimenti tutto sarebbe andato a puttane. E pensare che il piano era suo ma anche un piano perfetto ha sempre almeno una falla. Forse la sua visita in quella piccola villa dello Yorkshire era stata un errore, anche la scusa dell'ingrediente per la Salsa non era gran che... L'ansia si abbatteva su di lei con grandi ondate.

A proposito di ondate il tempo sull'isola stava peggiorando, le nuvole minacciose stavano scaricando fiumi d'acqua sul suolo stercoso di Shitland, rendendolo viscido come era stato originariamente, i canali interni si stavano gonfiando, il liquame stava per sommergere la spiaggia di cipree mentre il necator, in un ultimo sussulto, vomitò: avere inghiottito Punjab e Madame Shalikan aveva richiesto uno sforzo immane e il suo cuore non aveva resistito. Punjab si scrollò come un labrador appena uscito dal mare e migliaia di piccole gocce di acidi gastrici ammorbarono l'aria già fetida per conto proprio.

L'irritazione di Isa stava aumentando a dismisura. Lei non era abituata a chiedere ma, vista la situazione lo fece una terza volta:
"Non mi sento bene. Cosa ne direste se ci accomodassimo fuori di qui?"
Finalmente, grazie al tono cortese, la sua richiesta fu ascoltata.

CARNET 149 - Pink shares

A lungo andare il non morire diventava noioso. Poche ore prima di morire, senza che nessuno se ne accorgesse, era già stata ingoiata da un necator: Punjab la stava aiutando ad attraversare uno dei canali, si era disposto a mo' di ponte tra le due rive e Madame stava camminando su di lui quando il grande verme li afferrò entrambi, trascinandoli sotto la superficie dei liquami. Se ne sarebbe stata tranquilla per un po' ma la una scarica di shitgun la riportò agli impegni che aveva assunto con la sua vecchia amante. Le rimanevano ormai solo quattro vite ed era meglio cominciare a risparmiarle o a venderle a caro prezzo. La voce che sentì era quella di Isa di Culo:
"Vogliamo andarcene da questo posto di merda prima che io cominci a vomitare?".
"Non ha torto" pensò la Culomante cercando di riparare il danno prodotto dal revolver di Gideon Spillet.

Carmen era in ritardo al suo appuntamento con la storia ma, essendo l'unica giornalista europea ad essere nei paraggi, aveva preferito appartarsi nella piccola toilette dell'aeroclub di Grèves (utilizzata nel 1937 per ben due volte anche da Antoine de Saint-Exupéry per fini meno erotici) con il pilota del Cessna per dedicarsi al suo hobby preferito, la fellatio (s. femm.), ricambiato nei minuti successivi da un prolungato cunnilingus (s. masch.) che la convinse di avere fatto una buona scelta nel decidere di occuparsi in prima persona di questa storia. Carmen, da grande professionista, sapeva che non c'è rosa senza spine; proprio per questo faceva sesso prima di affrontare le sue missioni. Un professore della Royal Sex University, dopo una settimana di grandi orgasmi, le aveva parlato delle proprietà di un importante ormone del sesso, la prolatina, che ci difende dallo stress e ci rilassa, migliora la sensibilità dei nervi e la percettibilità, rendendoci più attenti ai pericoli. Ora il pericolo c'era, quindi aveva fatto bene a fare scorta di sesso.

Si mise al volante, raggiunse dopo una trentina di chilometri Pontorson e lì girò a destra, verso i due isolotti. La strada, che in passato veniva coperta dalle acque durante l'alta marea, era libera, non era il momento del turismo.
Prima di scendere dall'auto indossò un giubbotto antiproiettile, posizionò la Digishitcam (un modello sperimentale che Prick aveva sottratto da una valigia diplomatica) dietro la lente sinistra dei suoi occhiali, indossò un paio di stivaletti Gronell, ben rodati. La seconda isola faceva da sfondo a Mont Saint Michel e, dietro ancora, delle nuvole scure minacciose. Mentre si incamminava verso questa nuova tappa pensò che non aveva ancora fatto colazione.
"Non c'è fretta - pensò Carme - L'isola ormai si è fermata"
ed entrò da La Mere Poulard***, un ristorante che conosceva bene: un forforoso impotente inglese di cui ricordava persino il nome, Jason Spengler, proprio lì le aveva dato della ninfomane.


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Annette Poulard, célèbre fondatrice de l'auberge de La Mère Poulard en 1888, puise le secret de son éternelle jeunesse dans son amour pour le Mont Saint-Michel et sa passion de Mère cuisinière. Michel Bruneau, chef de cuisine de La Mère Poulard et fondateur de La Bourride (2 étoiles Michelin), consacre sa vie au service du terroir et de la création culinaire française. Une cuisine pleine de goûts et de saveurs à déguster dans le cadre exceptionnel et inoubliable de nos deux restaurants.

mercoledì, gennaio 24, 2007

The De Culos. The True Portrait


This is the original snapshot of the De Culo twins, as taken in Jedburgh, Scotland borders, 1970

CARNET 148 - Re-death

Arrogante Pandemonium, determinato Carne, entrambi decisi a rispettare l'impegno con Lady Hinshelwood, il primo per vendicare la disfatta al Twitty Twister, il secondo per continuare a guadagnarsi la stima di Winnie, di Kate e di Isa. Non avrebbero indietreggiato di fronte al rischio.

Madame Shalikan si appartò per comunicare a Lady Hinshelwood che il momento era giunto.
"Fermali! - disse Cophetua - Carmen non è ancora arrivata, lo Shitmaker non ha ancora diffuso la notizia, le quote non sono state definite, i bookmakers non hanno ancora raccolto le scommesse... non mandiamo tutto a puttane! Fai quello che vuoi ma fermali."

C'era poco tempo. Scelse Gideon Spillet. Si avvicinò al giornalista, gli strappò il taccuino dalla mano sinistra, gli mise una mano tra le gambe e cominciò ad accarezzarlo dimenticando che questa volta non c'erano le informazioni del professor Jirolam Salajdarian ad aiutarla. Gideon non amava essere toccato ed era per questo che nell'altra mano teneva sempre pronto il revolver. Esplose un solo colpo, al cuore, e Madame Shalikan morì una seconda volta. Una tacita tregua fu il risultato.

"Brava, Shalli! Sei un vero genio" pensò Cophetua, utilizzando il presente sapendo che presto la Culomante si sarebbe rifatta viva, come peraltro era già successo dopo l'incendio di Camberwell Green, per almeno altre cinque volte, per un totale di sette, se le fosse capitato di trovarsi nuovamente in situazioni simili.

La prima a reagire all'imprevisto fu Lady di Culo.
"Vogliamo andarcene da questo posto di merda prima che io cominci a vomitare?" Se fossero usciti all'aperto il lampeggiare della Spilla non sarebbe stato notato da nessuno, avrebbe potuto essere scambiato per un riflesso del sole.

Carne guardò Pandemonium che rispose con un cenno che fu scambiato erroneamente per un assenso. La prima scarica partì non appena Carne ebbe girato le spalle ma non fece in tempo a raggiungere l'obiettivo: Pencroff, temendo per il piccolo Harbert, si lanciò per proteggerlo prendendosi il colpo in pieno petto.

CARNET 147



Grande Merda si alzò dalla poltrona e aprì un piccolo cassetto di un grazioso sécretaire in bois de rose. Ne estrasse una vecchia foto. La guardò a lungo.
Fuori, tanto per cambiare, nevicava. Dentro, il caminio scoppiettava tranquillo.
Va sempre così, nello Yorkshire. Almeno in questa storia.
Andò in cucina, aprì il frigo, bevve un uovo. Tornò nel soggiorno.
Colui era sdraiato come al solito su un tappeto e tentava di costruire un castello di carte utilizzando però i bastoncini dell' I-ching, sperando di avere un responso.

Grande merda tornò a guardare la foto.

"Ripensamenti?" chiese Colui
"Al contrario! Fra qualche giorno sarà tutto finito. Carne sarà morto e Carnet erediterà il mio enorme patrimonio.
Caro, piccolo Carnet. Carnet della mia Carnet."
"Isa è d'accordo?"
"No, credo che sia andata a Shitland per salvare il salvabile. Tanto peggio per lei."
"Ma ha con se la spilla!" disse Colui, con una punta di sadismo.
"Le hai permesso di portare la spilla sull'isola?"
"Mmm, già". A Colui piaceva rovinare i progetti di Grande Merda.
"Sei veramente un... un... Non ci sono parole per definirti!"

L'uomo si lasciò andare ad una risata sincera e senza pudori:
"Non per niente mi chiamano Colui il cui Nome non può Essere Nominato!"

martedì, gennaio 23, 2007

CARNET 146, One step beyond

"Lo so, è spiacevole, ma non durerà molto, madame".

Tutti si girarono per capire chi avesse pronunciato quella frase con un tono tanto scarcastico e minaccioso.
Da un cunicolo che proveniva da sud est, illuminato dall'apertura, Santanico Pandemonium teneva tutti sotto tiro con un potente shitgun ad effetto deflagrante. Dietro di lui, Madame Shalikan e Venkmann, che nel frattempo erano stati raggiunti da Erostratus Maiden, Ismail Kandroth, Vercingetorix Almeda e Shara Mahè.
"Sono in sette anche da questa parte - disse Breviglieri, comparso anch'egli all'improvviso - adesso anche questo ciclo dei prescelti è concluso. Non ci resta che informare Sir Pandemonium della sua missione".
"Risparmia il fiato, vecchio. So gia tutto." sibilò Pandemonium.
"Tuttavia mi corre l'obbligo di proferire la frase rituale"
"Allora sbrigati"
Il vecchio commendatore si infilò gli occhiali ed estrasse un block notes e sbuffò. Era evidente che aveva accettato il ruolo di padrino di Pandemonium solo perchè lo imponeva la tradizione della Porta, ma avrebbe scambiato volentieri la sua parte con quella di Winnie. Comunque tutto sarebbe andato secondo la Regola.
Dopo aver sfogliato alcune pagine, Breviglieri parlò:
"In qualità di Custode Sud Orientale della Porta Ancestrale dell'Isola di Sealand, per l'eredità spirituale conferitami da Salāh al-Dīn ibn Ayyūb , fondatore della dinastia ayyubide in Egitto, messosi in luce al servizio di Nūr al-Dīn ibn Zankī, Noi nominiamo Voi, Messer Santanico Seth Pandemonium, Alfiere del Mondo Di Sotto, e vi diamo la Nostra benedizione affinché le Forze di Sotto guidino il vostro piede, il vostro culo e le vostre emozioni!"
"Stronzate!" ringhiò Pandemonium
"Non vi sarà d'auspicio rinnegare così le tradizioni" disse Breviglieri con una certa soddisfazione.

CARNET 145bis - Details

Isa era scesa dalla scala di basalto con la grazia della giovane prima soubrette del Lido che era stata. Pierre Rambert, il direttore artistico, e Philippe Lacroix, il grande cuoco, si ricordavano ancora della sua grande interpretazione in Bonheur (il viaggio di una donna, alla ricerca della felicità, cherivela i suoi aspetti più femminili), malgrado fossero trascorsi parecchi lustri. Un applauso l'accolse quando si fermò sul penultimo gradino (un piccolo trucco perchè il suo ristretto pubblico la guardasse dal basso verso l'alto).
"Un fetore insopportabile! Come fate a rimanere qui?" chiese, snobbando l'applauso, mentre si copriva bocca e naso con la sua coperta di alpaca e, mentre stava per aggiungere dell'altro, fu costretta a rinunciare...

CARNET 145 - 8 is better than 7

Carnet voleva bene a Winnie. Era la figura nonnerna che ogni bimbo vorrebbe, che ogni adolescente sogna di avere vicino, che ogni adulto rimpiange di non avere avuto. Anche Winnie voleva bene a Carne anche se spesso aveva dovuto dissimulare l'affetto che provava per lui non solo perchè il suo ruolo non glielo permetteva ma soprattutto per non ingelosire Carnet. I due gemelli erano le due facce di una stessa medaglia, l'una opposto dell'altra. Il pre diletto era anche il pre destinato, il post diletto era solo il destinato, destinato ad una vita oziosa, densa di irresponsabilità; Carnet non aveva mai tremato nè esultato, nè assaporato il sapore della paura o della gioia, l'adrenalina non aveva mai scorso a fiumi nelle sue vene. Dal canto suo Carne troppo spesso agiva senza pensare ma il ragazzo - come più di una volta aveva detto Colui - aveva culo, riusciva a cavarsela anche nelle situazioni disperate. Ogni volta che Carne era convinto di essere nella merda proprio in quei momenti succedeva qualcosa che lo toglieva dai pasticci. C'era un disegno misterioso in tutto ciò, ma solo ora Winnie ne stava comprendendo la complessità. Capì che era giunto il momento di cedere una parte dei suoi privilegi, che durante i secoli aveva accumulato dopo la nomina a Guardiano della Porta e dopo la decapitazione dei resti di Cromwell, proprio a Carne, nominandolo Alfiere del Mondo di Sopra.

Winnie intuiva che Carne difficilmente avrebbe rinunciato all'immagine di Winnie/chaffeur per sostituirla con quella di Winnie/Maestro. Ci voleva un effetto speciale per convincerlo.

Non ce ne fu bisogno. Una scossa, improvvisa e violenta quanto un fulmine a ciel sereno, fece tremare tutta l'isola sebbene gran parte di essa fosse immersa nelle sabbie mobili di MSM. Una delle spesse pareti di sterco sedimentato della grande grotta crollò e la luce abbagliante entrò incontrastata insieme alla prua di una strana nave, fatta di rocce di basalto. L'eco dell'urto si propagò lungo i canali fecali, rimbalzò contro le loro pareti... piano piano si attenuò finchè tutto fu silenzio. Fu proprio durante i primi attimi di silenzio tutti credettero di sentire una molteplicità di sussurri, un misto di panico e di flebili richieste di aiuto.

Un colonnato di rocce basaltiche cadde e si dispose orizzontalmente sulla spiaggia di cipree. In questa nuova posizione le colonne esagonali formarono una scala che permise a Isa di scendere agevolmente dalla nave di pietra.
"Un fetore insopportabile! Come fate a rimanere qui?" chiese Madame di Culo mentre si copriva bocca e naso con la sua coperta di alpaca.

lunedì, gennaio 22, 2007

UNDERSOIL PEOPLE'S LAMENTATION

Noi che da secoli viviamo
sotto i vostri piedi,
sotto le strade e le case,
nelle profondità oscure di cunicoli sotterranei,
noi che scaviamo per vivere
e per vivere strisciamo, che abbiamo
fatto nascere i nostri figli al calore
di sulfuree caldaie e li abbiamo
visti crescere nel buio di ombre millenarie,
avvolti dalla loro pelle cerea come il ventre degli anfibi,
noi, che incessantemente lavoriamo al di sotto
del frastuono di strantuffi giganteschi,
imbruniti di idrocarburi e morchie nere
del petrolio e della merda, noi che inaliamo
anidridi e metano e ci nutriamo di anemiche radici,
divorate nella bruna terra, da sotto,
una condanna che assegna al nostro vivere
una corrispondenza di morte
per ciò che è sopra di noi,
noi che ci abbeveriamo all’acqua torbida
delle condotte interrate
sfruttando le dispersioni come sorgenti,
e che cerchiamo pace scavando ancora di più,
di modo che da noi non vi è tendenza ad ascendere,
ma a inabissarsi,
ed inalberarsi per noi significa radicalmente
fuggire nel basso, intrufolati sempre più nel nero humus
del sottosuolo, ebbene, noi che
conosciamo solo le fondamenta
e le abissali profondità di carbonati
corrotti, di metalli ossidati,
di cascami e liquami mille
volte rifermentati e disciolti, di
sbriciolevoli pance ruggini di
cisterne vetuste, dove si allocano
putrescenti rimasugli di
liquidi oleosi ed oscuri e putrefazione
tossica di decomposizione
e di meccanici cascami di
inorganiche presenze e scorie
di rifiuti dispersi e cancellati
per sempre alla vostra vista
dalla sepoltura, noi procediamo
a tentoni nel nero che ci accoglie,
e sgraniamo inutili occhi
senza sguardo a un nulla da
vedere, e identifichiamo questo
nulla con tutto ciò che è a
nostra disposizione: un corpo
denso e magmatico, da perforare
raschiando con le unghie la
saturnale compattezza del nero
che ci circonda, nel quale ogni
direzione è identica, come
un’amniotica morte reiterata
per sempre nell’oblio di esistenze
mancate, di pensieri
abortiti o asfissiati, di sospiri
che ingoiano terra, di stomaci
che digeriscono voragini di
scarti come grotte che si introflettono
dentro se stesse, noi
viviamo questa morte come
un’esistenza, e da questa traiamo
ingenuamente linfa per procrastinare
questo plumbeo dileguarsi
nella notte del mondo
che è il nostro procedere.
Noi chiamiamo paradiso ciò che voi
chiamate luce del sole.

CARNET 144 The rule of seven

"Sono in sette, il ciclo dei prescelti è concluso. Adesso non ci resta che informare Carne della sua missione" disse Winnie.
Dette queste parole, assunse nuovamente le sembianze del vecchio chaffeur e si presentò davanti al Gruppo e rivolgendosi a Carne disse:
"Signore, vi rammento che siete qui per una missione"
"Sì, lo so - disse Carne - quella vecchia troia inglese vuole che io faccia fuori quell'arrogante egiziano".
"Sì, signore, ma la sua missione va ben oltre l'incarico datole da quella vecc... ehm, da Lady Cophetua. Desidero informarla che Mister Santanico Pandemonium è il Detenore del Sacro Vincolo della Negatività di Sotto, nonché gran Cerimoniere del Rito di Osiride che prelude al sacrificio delle migliaia di persone che sono DI SOTTO!"
"Winnie, d'accordo che adesso non devi guidare, ma mi sembra che tu abbia esagerato con il Four Roses" (Winnie beveva solo bourbon, e lo sceglieva tra quelli più economici).
"In qualità di Custode Nord Occidentale della Porta Ancestrale dell'Isola di Sealand, per l'eredità spirituale conferitami da Sir Oliver Cromwell in persona, Dio l'abbia uin gloria, Noi nominiamo Voi, Messer Carne Di Culo, Alfiere del Mondo Di Sopra, e vi diamo la Nostra benedizione affinché le Forze di Sopra guidino la vostra mano, il vostro cuore e i vostri pensieri!"
Carne rimase incantato, nel vedere con quanta dignità e con quanta enfasi quel vecchio rincoglionito aveva proferito quelle parole; invero, non si poteva negare che Winnie in quegli istanti, trasudasse una dignità ed un carisma ben superiori al consueto.
Pencroff si inchinò e disse:
"Maestro, mi avevano informato..."
Carne era sempre più incredulo, allora Winnie, che nel frattempo era stato raggiunto dal Commendator Breviglieri, parlò nuovamente:
"Vogliate avere la compiacenza di leggere questa pergamena".
Carne svolse il rotolo. Si trattava di un antico manoscritto in carattere onciale, con capilettera miniati raffiguranti diverse scene di defecazioni.
Nella parte superiore del foglio stava scritto:
"Lamento della gente di sotto"*


* (la traduzione del manoscritto compare per gentile concessione della Oliver Cromwell Spiritual Heirs Foundation)

A view of Shitland from mainland

domenica, gennaio 21, 2007

CARNET 143 - The magnificent seven

Ora erano in sette: oltre a Kate e Carne c'erano Cyrus Smith, Gideon Spilett, Nebuchadnezzar detto Nab, Pencroff, e Harbert Brown. Carne non si avvide degli sguardi che Kate e Nab si stavano scambiando (sembrava che si conoscessero o che si volessero conoscere meglio) perchè stava pensando a come uscire di lì. I suoi nuovi compagni sicuramente ne sapevano più di lui e erano arrivati al momento giusto.
Cyrus, un vero americano del nord magro, ossuto, allampanato, di circa quarantacinque anni, con capelli corti e folti baffi già ingialliti era un brillante ingegnere e scienziato originario del Massachusetts. Gideon invece era un reporter del New York Herald, il miglior inviato che il suo giornale stipendiasse; avvezzo alle corrispondenze di guerra si batteva in prima fila “revolver in una mano e taccuino nell’altra". Era alto. Non aveva più di quarant’anni. Dei favoriti biondi tendenti al rosso gli incorniciavano il volto. Il suo sguardo era calmo, acuto, mobile. Pencroff era un marinaio ed era accompagnato da un ragazzo, Harbert Brown, orfano del suo comandante.
Harbert, quindicenne, amava dilettarsi studiando trattati di scienze naturali ed inoltre era stato educato a vivere in mare. Nab si presentò per ultimo, era da parecchi anni al servizio di Cyrus e gli era molto affezionato.

Tutti si erano presentati, stavano per farlo anche Carne e Kate (anche se non avrebbero saputo definirsi) quando un necator strisciò vicino alla spiaggia di cipree e vomitò brandelli di uno scialle nella lavorazione tipica di Alessandropoli, di colore nero, turchino e sangue cotto.
"Madame Shalikan!" mormorò Carne che ben ricordava il cadavere straziato della Culomante e il suo abbigliamento. Madame Shalikan era morta (Winnie aveva detto di avere dato fuoco alla villa di Camberwell Green per eliminare le tracce che potevano condurre la polizia a Carnet, e di Winnie ci si poteva fidare) e ora Madame Shalikan era, o era stata, su Shitland. Carne cominciava ad avere il sospetto ci fosse qualcosa di strano.

CARNET 142

Colui stava ascoltando il coro di voci bianche nel Saint Nicolas di Benjamin Britten.
"Hai deciso di non fare niente, di aspettare anche questa volta!" C'era una sorta di critica nella frase di Grande Merda.
"Abbiamo già fatto abbastanza." rispose Colui, infastidito.
"Troppo, direi, ma non è il caso di litigare, auguriamoci solo che questa storia finisca presto anche se mi dispiace per Carne."
" Carne ha culo. Vedrai che ce la farà anche questa volta."
"Scommettiamo?"
"Non ora. Ci sono delle novità."
"Isa?" Grande aveva sentito l'inizio della telefonata.
"Isa. E' salita su un'isola e sta viaggiando verso sud est."
"Ha con sè la Spilla?"
"Sì."

CARNET 141 - The heir

Christine era preoccupata. Certo, da quando faceva la fantesca in casa De Culo la sua vita era cambiata in meglio. Una bella casa, cibo abbondante e libertà a sufficienza. Inoltre, dopo avere avuto i favori di Lord De Culo le sue condizioni erno ancora migliorate, grazie alle direttive di quel gran nobiluomo.
Ma adesso, con quel ritardo mestruale, con il test positivo, cominciava a fare qualche ipotesi sul suo futuro, e non tutte erano rosee.
Pensò di liberarsi della gravidanza, ma poi cambiò idea. E così, per incuorarsi, copminciò a immaginarsi madre, e si sognò per un attimo come Mistress De Culo. Ma sapeva che era solo un sogno.
Era certa che sarebbe stato un maschio.

"Sarà già una fortuna se ci terranno in casa. - disse, parlando al nascituro - Comunque io ti voglio e ti terrò, costi quel che costi".
Poi pensò alla sua famiglia, a suo padre a suo nonno, e pensò che ora toccava a lei portare avanti quella stirpe.
"Ti chiamerò Santanico, come tuo nonno" mormorò.

CARNET 140 - The brooch

La prima delle tre Longships, Carne Bras, aveva raggiunto la velocità di crociera. Per raggiungere la sua meta ci sarebbero volute una decina di ore. La rotta era semplice, doveva passare esattamente al centro tra le punte estreme della Bretagna e della Normandia e poi procedere nella stessa direzione fino alle sabbie mobili di Mont Saint Michel. Questi erano gli ordini.

Isa di Culo aveva invece seguito i consigli di Colui:
"Non perdere tempo, raggiungi l'isola, montaci sopra e non fare nient'altro."
Isa non aveva chiesto spiegazioni e aveva ubbidito. Aveva raggiunto l'isola su una sicura pilotina danese, solitamente utilizzata come barca d'appoggio durante la Fastnet. La traversata sarebbe stata lunga, le comodità assenti e il clima troppo rigido per una signora ormai di una certa età. Cercò la protezione di cui aveva bisogno alla base di un colonnato di rocce basaltiche, si avvolse nella sua coperta di alpaca color avorio e cominciò a pensare. Non era la prima volta che affrontava un viaggio senza sapere cosa la stava aspettando, ma questa volta le novità cominciavano ad essere troppe e una insolita ansia la stava assalendo.
"Ho la Spilla" pensò e fu subito rassicurata.

CARNET 139, the ass in the blossoming

"Che belli i cigni neri!" disse Gwendaline battendo le mani.
Carnet la seguiva a pochi passi, con aria svogliata.
"Vi prego, Miss Gwendaline, non avvicinatevi troppo allo stagno"
Ma niente. Gwendaline portava in giro gioiosamente il suo olimpico culo, saltellando tra le aiuole.
"Guardate! Lobelie! e... laggiù, guardate! mughetti e ireos! Non è un incanto?"
"Assolutamente incantevole. Ma perchè ci venite così poco nella vostra casa di Twin Oaks?" chiese Carnet, giusto per rispondere. Ma la grassa gentildonna era già sfarfalleggiata via, senza ascoltare. E adesso occhieggiava dietro ad un gazebo, tra un cespuglio di begonie ed un traliccio di glicine, leggiadra, come una libellula con il corpo di una lampadina.
"Oh, Lord De Culo... temo di essermi procurata una storta..."
Lui avrebbe avuto voglia di dirle: per forza, brutta imbecille, le vostre caviglie non possono reggere tutti quelle libbre di lardo. Invece si contenne, comme il faut: Noblesse oblige.
"Lasciatemi vedere... " disse soccorrevole. "Oh, non è nulla, non temete", ma non fece a tempo a finire la frase. Lei si avvinghiò a lui, appoggiando il viso sulla ruvida giacca di harris tweed.
"Che buon profumo avete, milord..." disse lei, fissandolo negli occhi.
"E' neroli. Uno dei pochi fiori occidentali utilizzato anche nell'ayurveda".
"Neroli.... - disse lei - che nome inebriante...."
Fu allora che lui notò per la prima volta quella deliziosa boccuccia da bambola, quegli occhi maliziosi, per nulla tristi nonostante le molte vedovanze, quelle guance turgide e rosee. Ma soprattutto notò quel naso vagamente suino, che preludeva ad una certa dimestichezza con le avventure del talamo ed ad una viva inclinazione alla carnalità. Sì, fu il naso, prevalentemente. La fissò a lungo: Le sue labbra erano a pochi centimetri.
"Gwen... posso chiamarvi così, vero?"
"Oh, milord... avreste già dovuto farlo da molto tempo"
"Gwen... io vorrei... vorrei essere sincero..."
"Oh, siatelo, milord, vi prego"
"Davvero me lo permettete?"
"Vi obbligo!" disse lei fingendo un broncio da bambina
"Ebbene... io vorrei penetrarvi da dietro".
Ci fu una lunga pausa
"Ma... milord! Neppure i miei precedenti mariti avevano mai osato tanto..."
"Mi avete chiesto voi, di essere sincero"
"E sia. Ma ad una condizione..." disse Gwen irrigidendosi un pochino
"Tutto quello che volete" rispose Carnet
"Che non vi limitiate a quello!" rispose Gwendaline esplodendo in una sonora risata.

sabato, gennaio 20, 2007

CARNET 138 - Bshit Ltd

Lady Hinshelwood, come al solito, teneva il piede in più di una scarpa, un artificio che le aveva permesso, anche nei momenti più duri, di sopravvivere mantenendo il suo stile di vita. Cophetua era un genio e amava il rischio, un mix che la rendeva spesso vincente e sempre meno amata. L'idea di mettere ancora una volta Pandemonium e Carne l'uno contro l'altro, sfruttando le loro contingenti necessità di denaro, non era stato un semplice capriccio ma un tassello fondamentale della sua strategia. Il progetto era ormai definito nei dettagli e le prime fasi erano già state completate: la Bshit, società di scommesse, era già stata costituita, la rete di bookmakers organizzata, i comunicati stampa già pronti. Bastava ora una soffiata allo Shitmaker (era sufficiente che uno dei suoi succubi arrivasse a portata di mano della direttrice e il gioco sarebbe stato fatto) e la notizia dello scontro mortale si sarebbe diffusa a macchia d'olio. Le scommesse sarebbero state una conseguenza fisiologica e nelle tasche della vecchia troia sarebbero finiti milioni di sterline. Madame Shalikan, sua vecchia complice in altri misfatti, le avrebbe fornito informazioni di prima mano per modificare le quote a proprio vantaggio.

CARNET 137

Lo Shitmaker aveva sede, come ogni giornale che si rispetti, in Fleet Street, e il Cessna era al London City Airport. La direttrice ci andava spesso perchè aveva una tresca con uno dei facchini (socialmente inferiore ma molto dotato) e sapeva che ci volevano tra i 24 e i 25 minuti per arrivarci. L'aereo sarebbe stato pronto in un'ora quindi c'era il tempo per farsi un bicchiere nel vicino wine bar El Vino, dove parecchie volte aveva rimorchiato giornalisti della concorrenza ai quali aveva sottratto, con la complicità dell'alcol e del sesso, dei veri e propri scoop. Il locale era vuoto quindi era inutile bere. Salì su un tradizionale black cab. Le piaceva molto il grande spazio che questo Austin vecchio modello concedeva al viaggiatore, era ampio a sufficienza per farci del sesso senza troppe contorsioni o per mostrare, nel retrovisore, le cosce all'autista (cosa che decise di fare anche durante quel trasferimento per non annoiarsi troppo). Non c'era fretta, prima o poi la macchina sarebbe finita, lo sapeva perchè era già successo, in un autolavaggio automatico dove nella decina di minuti necessari per un ciclo completo ci sarebbe stato anche il tempo per una sveltina. In caso contrario sarebbe arrivata all'aeroporto con un anticipo sufficiente per farsi dare due colpi dal facchino, sempre disponibile ad esibire la sua potenza. The Prick, questo era il suo soprannome, avrebbe potuto fare dell'altro: era infatti laureato in egittologia con una tesi sulla contesa tra Horo e Seth e diplomato al conservatorio con una finale straordinaria performance del Rach3. Ma The Prick (singolare crasi tra priapus e cock) aveva un altro vizio, la cleptomania, un disturbo della personalità che, grazie al suo lavoro nel trasferimento dei bagagli, poteva avere ampie possibilità di svilupparsi.

L'autista del taxi era gay e il pilota del Cessna aveva svolto le pratiche con solerte celerità. Carmen, maestra di tattiche, non voleva rinunciare ai suoi propositi: convinse Prick a portarle il bagaglio sull'aereo non senza avere dato ordine di partire immediatamente il che si tradusse in un decollo talmente veloce da fare rovinare l'uno sull'altro i due passeggeri. L'aereo prese quota velocemente.
"Potete slacciare le cinture" disse una voce educata attraverso l'altoparlante. Lo avevano già fatto e stavano riallacciandosele. Come avrete capito anche la direttrice aveva un disturbo della personalità, diagnosticato in tenera età dal professor professor Jirolam Salajdarian, il più famoso psicoanalista di Londra, che le consigliò subito una serie di sedute. Carmen non se lo fece dire due volte e si sedette immediatamente sul posto sbagliato, fatto che, dopo un paio di orgasmi, suggerì al professore che sarebbe stato meglio interrompere la terapia, cosa che avvenne qualche mese più tardi quando affiorò il rischio di una gravidanza.

Il Cessna volava verso sud verso la sua destinazione, l'aeroporto di Grèves du Mont Saint Michel. Carmen chiese al pilota di sorvolare la zona: là dove avrebbe dovuto esserci il famoso isolotto (Mons Sancti Michaeli in periculo mari) praticamente ce ne erano due, di pari altezza, praticamente gemelli.

venerdì, gennaio 19, 2007

CARNET 136 The sister

Nella redazione di Shitmaker c'era un fermento nervoso. Il magazine aveva da poco superato i sei milioni di copie, tradotto in sei lingue e distribuito in un sacco di paesi. Bisognava non tradire i lettori, interessarli, sedurli, eccitarli. Blandirli ogni volta ricercando i loro desideri più primordiali con notizie quasi sempre false o drogate. Ma stavolta quello che non mancava era la notizia. Un'isola che di punto in bianco si mette a viaggiare per il mere non è cosa da tutti i giorni. Se poi ci si aggiunge che è un'isola di merda, la notizia acquisisce una unicità e una rilevanza tali da mandare un inviato con urgenza a fare un sopralluogo.
Carmen De Culo, la direttrice, sedeva in fondo al tavolo da riunioni e guardava con aria desolata i collaboratori pronti a partire. Chi mandare? Quel ciccione azzimato di Rufus Larton? Quella nevortica di Glenda Palantine? Quel profittatore infido e bugiardo di Sasha Mayer? No, forse l'unico era il vecchio Barnaby Watson. Ma ce l'avrebbe fatta? Troppo vecchio. Anche se... la sua morte a Shitland, sul campo, sarebbe stata un'uscita di scena alla grande. Una bella foto di Watson morto in copertina, mezzo imbrattato dalla merda di Shitland. Immaginati che vendite... Ma poi, i lettori le avrebbero perdonato la morte di un decano del giornalismo, mandato a crepare in un'isola di merda per fare un servizio? Peccato, niente Watson.
Premette il pulsante sul tavolo e chiamò la sua segretaria.
"Sharon? Faccia preparare il Cessna immediatamente. Vado io".

CARNET 135 - Towards the bottom

Shitland fu obbligata a virare verso occidente per evitare di insabbiarsi nei pressi di Dieppe. Sfiorò le navi alla fonda del porto di Le Havre ma si mantenne a distanza di sicurezza dalla costa anche quando fu obbligata a risalire la costa orientale della Normandia, poi ridiscese all'interno delle isole di Guernsey e di Jersey ma sbagliò tutto poco dopo: la bassa marea risucchiò Shitland verso Mont Saint Michel. L'acqua spariva infatti risucchiata dal fondo del mare che cominciava ad emergere. I mille pedalatori per evitare di rimanere impantanati nelle sabbie mobili, tentarono l'ultima carta virando verso uno dei canali naturali che stavano scavando il loro letto, ma l'isola era troppo larga. Rimase sospesa per qualche minuto tra le due sponde mentre l'acqua dolce del fiume See scorreva tra i duemila piedi palmati. Poi cominciò ad affondare.

Winnie e Brevi erano decisi a non mollare, il capitano affonda con la sua nave. La Porta doveva rimanere SOPRA, non poteva finire SOTTO. La soluzione c'era, ma i due guardiani non sapevano come passare dalla teoria alla pratica. Si trattava di scaricare parte dei liquami e sostituirli con aria o aumentare la produzione di gas nei canali fecali che Carne aveva scoperto: questo avrebbe ridotto il peso specifico di Shitland. e le avrebbe permesso di galleggiare (anche se carne difficilmente sarebbe sopravvissuto). John Caruso, col suo portatile, avrebbe potuto occuparsene. Ma il tempo stringeva.

Giunsero vicino ad una apertura nella roccia compatta.
"Stanno arrivando." disse Kate.
Dalla piccola apertura giungeva, insieme al sibilo del vento, il loro odore, confuso con l'umidità salmastra.
"Sì" disse Carne di Culo "doveva accadere".
Tutto era pronto. Tutto si sarebbe svolto in pochi minuti.
Il calcio del pesante shitgun da campagna, premuto contro la spalla incrinata, gli procurava un dolore sordo, presente. Si assestò meglio sul grosso intrusore anale aprendo la valvola della merda.
"Ne avranno quanto basta" disse lei.
"Taci. Aspetta. Decido io."
E fece bene ad aspettare perchè dall'apertura nella roccia compatta uscirono cinque uomini, dall'aspetto mite, con abiti logori e segni della fatica sui volti pallidi.
Uno dopo l'altro si presentarono: Cyrus Smith, Gideon Spilett, Nebuchadnezzar detto Nab, Pencroff, e Harbert Brown, tutti americani, giunti su Shitland col panfilo Duncan di Lord Glenarvan e tutti ancora in attesa di aiuto dopo la Grande Tempesta che si era portata via sia il Lord che il ketch. Loro dovevano la salvezza al fatto di avere trovato un passaggio nel suolo carsico. Il passaggio si era però richiuso e loro avevano continuato a vagare tra i misteri del SOTTO, tra presenze e visioni inquietanti.

CARNET 134

Madame di Culo stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in Cornovaglia, nel punto più ad occidente di tutta l'Inghilterra, a Land's End. Era ospite del Moor Manor Tree, un accogliente cottage di granito, con una spettacolare vista su tutta la costa, di proprietà di una grassa vedova londinese. Passava delle ore sul terrazzo, coperta da una morbidissima coperta di Lama Pacos color avorio, ad osservare le grandi onde che l'atlantico spingeva verso di lei frangersi contro lo scoglio del Culo di Kettle e poco più in là, a circa un miglio, contro le Longships (tre isolette, Carne Bras, Tal-y-Maen e Meinek). Isa non si stupiva mai di nulla. Anche quando vide una delle tre isolette, la prima a sinistra, allontanarsi dalle altre, non battè ciglio: in fin dei conti manteneva fede al suo nome. Dopo alcuni minuti, approfittando di un bisogno corporale, si alzò dalla chaise longue di mogano. Quando uscì dal bagno telefonò a Colui.

Carnet 133, The big loooop

Carne aveva trovato Kate, e insieme procedevano nell'oscurità.
Lei lo seguiva solo per il fatto che lui le aveva detto "Andiamo".
Durante la caduta, Carne si era ferito alle gambe e a una spalla, e zoppicava.
Giunsero vicino ad una apertura nella roccia compatta.
"Stanno arrivando." disse Kate.
Dalla piccola apertura giungeva, insieme al sibilo del vento, il loro odore, confuso con l'umidità salmastra.
"Sì" disse Carne di Culo "doveva accadere".
Tutto era pronto. Tutto si sarebbe svolto in pochi minuti.
Il calcio del pesante shitgun da campagna, premuto contro la spalla incrinata, gli procurava un dolore sordo, presente. Si assestò meglio sul grosso intrusore anale aprendo la valvola della merda.
"Ne avranno quanto basta" disse lei.
"Taci", e allungò la destra a sfiorare lo sparammerda caricato a stronzi duri "Mettiti in posizione".
Lei si piantò rapidamente nel culo il bocchettone di alimentazione del leggero shitgun da combattimento ravvicinato, un gesto ormai abituale da quando Carne di Culo, rallentato dalle ferite alle gambe non poteva più fare uscite a sorpresa. Ma le copriva le spalle, e questo contava per lei, con l'arma pesante.
"Eccoli, vai!" disse Carne di Culo.

giovedì, gennaio 18, 2007

CARNET 132

Migliaia di cipree sfrigolavano sotto i piedi di Carne. Sulla piccola spiaggia bianca le onde aumentavano. L'eroe guardò la costa, e la vide scorrere via lentamente. "O è la deriva dei continenti o ci stiamo muovendo" pensò.
Rientrò nella caverna, e immediatamente, dietro di lui, la roccia - che non era altro che escremento pietrificato - si richiuse con un sordo fragore. Adesso Carne era nell'oscurità più fitta, illuminata a mala pena dall'insegna del Titty Twister sul fondo di una prospettiva.
"Carne!.... Carne!..." la voce di Kate, da qualche parte, nell'oscurità, lo stava chiamando. Avanzò nel buio.
Dall'altra parte dell'isola, Santanico Pandemonium si aggirava senza sapere cosa fare. Sapeva che Carne era sull'isola, e sapeva di doverlo far fuori. Lady Cophetua la previdente lo aveva incaricato del delicato compito, con un ingaggio miliardario. Ma non sapeva come entrare. Vide Venkmann sbracciarsi sulla barca, e andare alla deriva.
"Sei sempre stato un imbecille, bye Venk." disse tra i denti.
Madame Shalikan non era un'esoterista da strapazzo. Alla fine venne a capo del quesito che l'angustiava. Osservava incuriosita quella grande iscrizione latina: IANUAM TRANANDO RECLUDENS IASON OBTINET LOCUPLES VELLUS MEDEAE.
Acrostico di ITRIOLVM. Dunque VITRIOL con una M in più. Le sapeva che nello Sepher Yetzirè le lettere dell'alfabeto vengono descritte per ciò che realmente sono, e sapeva che Mem era una delle tre lettere madri della Kabbalah. Mem, il simbolo del mare, della madre e dell'acqua. Ecco il suggerimento. Ecco qual'era la Rectifica necessaria alla Visita Interiora Terrae. Ecco come avrebbero trovato l'Occultum Lapidem. Diede una spinta a Pandemonium facendolo cadere in acqua, poi si tuffò. Un vortice sotterraneo li avvolse e li assorbì. Presto si trovarono all'asciutto, nella totale oscurità: L'odore di merda era insopportabile.

Winnie e il Commendator Breviglieri si scambiarono una rapida occhiata.
"Sono tutti dentro" disse Breviglieri
"Non ci resta che vigilare" rispose Winnie.

La vibrazione cessò, la porta si richiuse, e con essa tutti gli accessi all'Isola DI SOTTO.

Carnet 131 -Towards South

Shitland si dirigeva verso sud. Lasciate le acque di Felixstowe superò le due Porte, Mar Gate e Rams Gate, superò Dover e si diresse verso la costa francese sfiorando il tunnel sotto la Manica, senza sapere che i due vecchi speravano nella collisione. Costeggiò la riva di Boulogne e rallentò la sua corsa nelle vicinanze di Dieppe, a causa del basso fondale sabbioso. Shitland sapeva di dovere andare verso sud ma non sapeva che nel suo viaggio avrebbe incontrato la terraferma. Doveva pensare. Ricordava bene le parole del Faraone Nemathap alla figlia: "l'Egitto , come ti dissi, affondò e solo le Piramidi rimasero in piedi. Altri mutamenti avvennero sul pianeta. Le terre che univano l'Egitto al Marocco e all'Algeria scomparvero e i due paesi rimasero come isole, bagnate dal Mediterraneo e dal Mare del Sahara...", procedendo verso sud avrebbe dovuto trovarle ma ora c'era di mezzo questa terra! Forse doveva mantenere la costa sulla sinistra e continuare come si fa per uscire da un labirinto o come fanno i tonni quando incontrano nuove terre. Nel frattempo i mille pedalatori nel suo ventre avrebbero potuto riposare, la traversata era stata compiuta a tempo di record.

Il metabolismo di Shitland era a dir poco insolito. Il necator americanus che vagava per le sue viscere riusciva ad isolare il ferro necessario a ricoprire i piedi palmati degli schiavi che, come i rematori delle galere, producevano la spinta per mantenere la velocità necessaria. Il ferro si ossidava velocemente e si scioglieva nell'acqua ma il grande verme ne isolava dell'altro che, per un principio di galvanoplastica, andava a depositarsi nuovamente sulle estremità degli schiavi che sopportavano bene fatiche prolungate, discendenti come erano dei costruttori di piramidi. Tutto questo rientrava nel loro DNA.

L'unico ad accorgersi che l'isola viaggiava ad alta velocità fu Venkmann che però non poteva fare nulla. I suoi motori, spinti al massimo, non gli permettevano di raggiungere l'isola nemmeno cavalcando la scia.

Carnet 130 - In the Yorkshit

Dal caminetto un tizzone schizzò sul Kashan Mohtasem, ma si spense subito. Quel tappeto era lì dal XIX secolo e aveva sfidato ben altro che lapilli incandescenti.
Grande Merda, seduto al piano, accennò svogliato alcune note della "Suite bergamasque" di Debussy. L'aria era intrisa di cinismo e perplessità.
Colui-il-Cui-Nome-non-può-Essere-Nominato, in demi-tight, era rientrato da poco. Sdraiato su un'aggrippina modernista dalla bizzarra forma a cigno, teneva in mano in mano una scatola di Khalisma Lukumia e guardava annoiato il soffitto succhiandosi le dita, tutte imbrattate di zucchero a velo.

La neve cadeva lenta.

"E cominciata la deriva dell'isola" disse Colui.
"Mmh." rispose l'altro, senza distogliere le mani dal pianoforte.
"La collisione dovrebbe esserci tra..."
Colui estrasse dal panciotto il suo Roskopf Chemin de fer. Un piccolo segno di understatement ci stava proprio bene.
"Tra un paio d'ore..."
"Se non trovano la porta ci sarà una carneficina" disse sorridendo Grande Merda.
"Già... Carne...ficina!"

Un'altra sonora risata.

(note per la traduzione inglese: tradurre "carneficina" con "Howler" e la battuta finale con "Yes, an... Ass...howler!")

CARNET 129 - Shitland/Shipland/Shitship

"Chi cazzo credere di essere? Per il fatto di sapere leggere il culo pensa forse di essere il capo?" pensò Venkmann, indeciso se ficcarle due dita negli occhi o darle semplicemente uno schiaffone. Mentre stava decidendo sul da farsi, si ricordò che forse sarebbe stato meglio legare bene la barca. Percorse i pochi metri che lo separavano dall'ormeggio e rimase a fissare il mare che, nei pressi dell'isola, sembrava ingrossarsi ad ogni istante. Poco più in là sembrava invece calmo. Salì sulla barca e decise di approfondire la cosa. Mollò la cima. Prima che accendesse i motori la barca si allontanò immediatamente dall'isola, a gran velocità. I motori rombarono, Venkmann pigiò sulla manetta dell'acceleratore in direzione dell'isola. Si avvicinò molto lentamente anche se la velocità era sui 30 nodi. Ci vollero alcuni minuti per capire che anche l'isola stava viaggiando, un po' più lenta di lui, ad almeno 20 nodi, praticamente quanto una nave mercantile. Si preparava all'arrembaggio per potere avvertire gli altri.

mercoledì, gennaio 17, 2007

CARNET 128 - The living island

La vibrazione dell'aria e la successiva zaffata di metano lasciarono il posto ad un'altra, più preoccupante, presenza: un enorme necator americanus scivolò per un attimo sulla superficie. Lo riconobbe subito per la sua ampia capsula buccale e le due lamine chitinose a forma di uncino. Aveva già avuto modo di incontrane uno su Shit, l'unico pianeta vivente tra i 22 che aveva dovuto frequentare. Solitamente questi mostri non avevano fretta, si accontentavano di succhiare la linfa delle loro vittime senza produrre effetti a breve termine. Per raggiungere le cavità interne del territorio che avevano scelto cercavano pozzi, gallerie, terreni carsici in cui potersi infilare e poi, con tutto il tempo a disposizione, eliminavano tutto il ferro esistente per indebolire l'ospite. Il Necator (l'assassino) doveva essere lì da tempo, sia per le inusuali dimensioni che per il fatto che Carne nulla aveva fino a quel momento visto se non merda. La bestia si dunque succhiata tutto quello che da succhiare c'era su Shitland ma se era ancora in vita doveva avere da qualche parte delle scorte o si accontentava degli zuccheri disciolti nelle feci.
"L'Helleborus Phoetidus!" Sull'isola sarebbe cresciuto rigoglioso come a Camberwell Green, avrebbe risucchiato tutti i liquami del sottosuolo, eliminato il Necator appena visto e tutti gli altri che sicuramente prosperavano nei grandi canali che si diramavano dal lago e, prima o poi, avrebbe permesso a carne di trovare il grande deposito di ferro. Lo avrebbe ceduto alla Cina che ne era affamata in cambio di grandi quantità della Merda di Capodanno che, ricca di proteine, avrebbe alimentato la sua coltivazione di Helleborus. Poi, dolo la grande ristrutturazione del sottosuolo, la vita sarebbe ritornata sull'isola. Poi avrebbe provveduto ad eliminare Pandemonium per rispettare il patto con la vecchia troia.

martedì, gennaio 16, 2007

CARNET 127 - Down in the shit

"Un'isola intera, una vera isola... ed è mia!"
Carne non si capacitava ancora di essere riuscito, anche se all'ultimo momento e anche se era l'unico acquirente, ad aggiudicarsi l'asta. D'ora in poi avrebbe dovuto rinunciare ai lussi di Londra e alle piacevolezze di Parigi ma in cambio si sarebbe sentito sicuro. Anche l'impegno di eliminare Pandemonium, per il quale Lady Cophetua gli aveva allungato un acconto di venti milioni di dollari, non era nè tra le priorità nè tra gli impegni di quel momento. Ora voleva sapere dove era arrivato e perchè, gli sembrava troppo semplice essere lì perchè sull'aereo da New York aveva letto due righe di un articolo. Gli stava venendo il sospetto che l'isola fosse qualsiasi cosa meno che un'isola. Ora che era lì doveva saperne di più. Senza sapere cosa stava succedendo sull'altra costa e senza avere la minima idea di chi fosse in realtà il suo fedele maggiordomo e di cosa stesse preparandosi Carne si incamminò sul terreno merdoso seguendo un piccolo ruscello le cui acque scorrevano insinuandosi nel suolo, fino a sparire del tutto precipitando in un pulo (Nde: una depressione carsica, una dolina di crollo, originata cioè dal collasso della volta di una grande cavità sotterranea). Carne osservò le pareti verticali del pulo, costituite da sterco del cretaceo, mentre verso il fondo della dolina le pareti erano ricoperte da spessi strati di materiale fecale apparentemente di epoca più recente (forse residui del soggiorno dei fricchettoni della fine degli anni '60) accumulatosi sia per i fenomeni di crollo e di distacco dalle pareti sia per il dilavamento dei terreni circostanti ad opera delle acque meteoriche.
"Un'isola di merda! Bell'affare." Era il suo destino.
Con grande fatica si calò nel pulo per una trentina di metri aggrappato a quanto di solido riusciva a trovare finchè, come un dilettante, le sue dita mollarono la presa. Precipitò rimbalzando sulle pareti che via via si facevano più scivolose finchè il diametro del pozzo si allargò improvvisamente. Il suolo era sotto di lui, a circa venti metri di distanza. Pensò che fosse finita, chiuse gli occhi in attesa dell'impatto che ineluttabilmente avvenne. Non il suolo ma una superficie budinosa lo aspettava, lo ricoprì, Carne, anche senza aprire gli occhi, capì subito che era finito in una lago di merda, continuò a sprofondare per inerzia finchè fu il momento, se voleva sopravvivere, di cambiare direzione. La viscosità del mezzo ostacolava la sua risalita ma dopo una ventina di minuti si trovò a galleggiare. Guardò verso l'alto. Una luce proveniva dal soffitto, dal punto da cui era caduto. Una piccola spiaggia bianca distava solo pochi metri. Carne la raggiunse.

Si stese per riposare e per riprendere fiato. La luce che proveniva dall'alto illuminò il suo giaciglio. Non era sabbia, era madreperla. Carne ne riconobbe l'origine: come ai giorni nostri la merda veniva trattata sui mercati mondiali e abbondanza o carenza potevano provocare crisi o scongiurarle (o viceversa) così in tempi non remoti lo stesso succedeva alle conchiglie, in particolare alle cipree***. A scuola gli avevano parlato del naufragio del brigantino Glendowra avvenuto nel 1873, che riversò lungo le coste del Suffolk ingenti quantitativi di cipree, un vero tesoro a quell'epoca, quando venivano utilizzate come moneta... Mentre osservava la perfezione e la rotondità di una ciprea l'aria si agitò, le molecole si riunirono e si rarefecero per poi riunirsi di nuovo, quasi a formare una forma umana, quasi familiare, che salì velocemente verso l'alto. Anche la scia di metano che lasciò nella sua rapida apparizione gli ricordò un puzzo familiare, che più volte aveva dovuto sopportare in una vecchia millecento, le scoregge del Commendator Breviglieri... tutti ricordi di un passato lontano. Ora era però meglio pensare al presente.

***
Un oggetto, per assumere il ruolo di moneta, deve poter soddisfare alcuni requisiti basilari: essere facilmente reperibile, avere dimensioni contenute e costanti, essere difficilmente contraffattibile, non alterarsi in seguito a ripetute manipolazioni e avere infine un impatto emozionale “positivo” verso chi lo usa. Le conchiglie in generale e le cipree in particolare posseggono indubbiamente tutti questi requisiti e non desta pertanto alcun stupore il fatto che nel mondo antico, come pure tra le popolazioni native che vivono al di fuori dei comuni cicli commerciali, le piccole, tonde cipree rappresentino in assoluto la materia prima più universalmente diffusa, dopo i metalli, per ottenere monete. Le principali zone di raccolta erano inizialmente l’Africa orientale, le Maldive, le Filippine e la Malesia. Dopo il 1800 gli inglesi ne prelevavano grandi quantità nelle Indie orientali, per poi usarle come moneta di scambio nelle regioni dell’Africa occidentale. In alcune regioni, come il Nord America e la Nuova Guinea, le conchiglie acquistavano valore come moneta solo dopo aver subito dei processi di elaborazione assimilabili in un certo senso al conio.

CARNET 126

Crepitìo dei tizzoni nel caminetto. Neve. Grande Merda, alla finestra, con una guepière blu cobalto, fumava la sua pipa.
"Sbaglio, o la situazione sta precipitando?"
"Sta semplicemente andando dove deve andare" disse Colui, dadogli un bacio sul collo e cingendolo amorevolemente da dietro.
"... Non so...è come se... avessi uno strano presentimento..." disse Grande
"Sciocchina, non puoi rimanere incinta!"
"Mmmh, voi uomini non avete sensibilità... non è per noi.... e per Carne!"
"Qualche ripensamento?"
"No, ho solo paura che se la cavi!"

I due scoppiarono in una grassa risata

CARNET 125 La porta

"Mio Dio! E' il segnale!" disse il Commendator Breviglieri gurdando il vecchio aleph che teneva sulla credenza e che ormai - dopo anni - era diventato un soprammobile.
"Non mi sarei mai immaginato che sarebbe successo... eppure mi avevano preannunciato che prima o poi mi avrebbero chiamato".
Il povero vecchio preparava la valigia con un'ansia terribile. Insieme ai calzini e alle mutande di lana buttava dentro alla rinfusa "Iside svelata" di Madame Blavatsky e "il Cocchio trionfale dell'Antimonio" di Basilio Valentino, non trascurando i dodici volumi del Codex Hermeticum del Trismegisto, ma soprattutto il Tractatus Merdabilis di Mastro Salamandro Vituperio Helleborferens .
"Quel povero vecchio non può farcela da solo - ripeteva tra sè e sè. -In fin dei conti lui è solo il custode Nord Occidentale, e io sono quello Sud Orientale, anche se ormai ho perso un po' l'allenamento. E poi... io sono per certo uno dei pochi personaggi sicuramente buoni in questa vicenda. Se voglio che trionfino le forze del bene mi dovrò recare a Parigi a prelevare Marisa, e poi a Londra, e da lì raggiungere l'isola di Sealand o Shitland prima del duello. Ho pochissimo tempo!".
Scese in garage, ci mise quasi venti minuti a far partire la Millecento, poi imboccò il litorale. L'uscita di Viareggio era bloccata per lavori.
"Accidenti, non ce la farò mai. Vorrà dire che passerò DI SOTTO".
Fece inversione, parcheggiò davanti alla Pensione Mirafiori, entrò e scese nello scantinato. Circa dodici secondi dopo era anche lui avvolto dal pulviscolo di Shitland. Man mano che la vibrazione aumentava, Breviglieri si ingigantiva e si ergeva. Niente più gotta, o dolori alla prostata, come quando Kate lo aveva masturbato. Adesso gli era tutto chiaro. Salutò Winnie secondo le convenzioni.
Chi avesse visto quei due vegliardi troneggiare come i Propilei al lati della Porta, avrebbe giurato di vedere due statue dell'eternità farsi beffe del divenire nella tempesta della storia.

CARNET 124 The gate

Madame Shalikan guardava la sfera di cristallo, infilata per metà nel culo di Pandemonium. In questo modo, la culomante aveva accesso anche alla realtà DI SOPRA, quella con cui avrebbero dovuto confrontarsi. Nella sfera si vedeva chiaramente la porta, sovrastata da una decorazione in pietra con una iscrizione in lingua latina: IANUAM TRANANDO RECLUDENS IASON OBTINET LOCUPLES VELLUS MEDEAE.
"strano - disse Madame - miei antichi trattati de culomanzia dicono che iscrizione dovrebbe essere acrostico, le cui iniziali dovrebbero essere anagramma di VITRIOL, il nome con cui gli alchimisti chamavano il distillato di helleborus phoetidus. VITRIOL è anche questo parola un acrostico, ricavato avec le iniziali di: Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem. Funziona quasi tutto, ma in porta c'è una M in più".
"Dobbiamo far fuori questa Medea" disse Venkman, che non aveva capito un cazzo.
"Non dire stronzate" rispose sibilando Santanico Pandemonium
"No, vero problema è che io non so aprire porta da SOPRA. Io detto voi che era meglio passare di sotto. Ma io per fortuna ho mandato Punjab".

Improvvisamente una nebbiolina scura rese opalescente la sfera di cristallo. L'aria cominciava a vibrare. Il metano, solitamente una parte su due milioni, stava aumentando velocemente, mentre l'imbarcazione era ormai in vista dell'isola. Durante la manovra di ormeggio la terra cominciò a risuonare. Una vibrazione profonda come una memoria millennaria; miliardi di molecole sostituirono completamente l'argon e cominciarono a danzare sempre più vicine fino a prendere una forma incomprensibile per Madame Shalikan. Evidentemente c'era una manipolazione. Allora riconobbe Winneghan Archibaldus Shitterbridge, quello che tutti avevano fino a ieri creduto un vecchio autista. Lo vide ergersi davanti a quella sagoma incomprensibile, lì dove avrebbe dovuto esserci la porta... Lei sapeva di avere di fronte il Detentore della Tradizione, il Custode.
"Per far fuori Carne, dovremo passare su cadavre di quell'uomo..."
"Far fuori quel vecchio? Un gioco da ragazzi" disse Venkman.

lunedì, gennaio 15, 2007

CARNET 123 - The gate

Nessuno aveva visto la Porta ma Winnie sapeva di poterla riconoscere nel momento in cui essa si sarebbe presentata a lui. Lo avrebbe fatto, perchè lui era il suo guardiano discreto, fedele da quasi quattro secoli, simile ad una bella signora che permette al suo vecchio domestico, per una volta, di guardare le sue grazie, la sua nudità. E come le donne sono più o meno tutte uguali, anche le porte non sono di molto diverse. Sono i dettagli che contano. Nel corso dei secoli Winnie aveva immaginato, ritoccato, cancellato, immaginato di nuovo i dettagli della porta. Ora sapeva come era fatta, lo sapeva nello stesso modo con cui il vecchio domestico, col passare degli anni, pensando al seno della sua padrona, se lo immagina prima eretto poi piano piano più gonfio, più morbido, poi più pesante... finchè col tempo il seno fantastico diventa perfettamente sovrapponibile a quello che più tardi gli viene mostrato.
Winnie vedeva davanti a sè, come un ologramma, la porta, sovrastata da una decorazione in pietra con una iscrizione in lingua latina: IANUAM TRANANDO RECLUDENS IASON OBTINET LOCUPLES VELLUS MEDEAE (oltrepassando la porta, Jason ottenne il ricco vello di Medea). Altre incisioni comparivano sull'arrchitrave e sui montanti. La più visibile era: HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET/ SINE CARNE COLCHIAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON (Un drago custodisce l’ingresso del giardino magico delle Esperidi, e senza Carne Giasone non avrebbe gustato le delizie della Colchide***). La data che accompagnava queste frasi, 1680, coincideva con i primi anni del suo assiduo servizio. Il fatto che le scritte fossero in latino non lo stupiva più di tanto - si trattava di indicazioni chiare, anche se espresse in forma di metafora - mentre i costanti riferimenti a Jason erano preoccupanti, di lui non ci si poteva fidare. L'accenno a Carne era invece l'altro lato della medaglia, la buona notizia.

L'aria cominciava a vibrare. Il metano, solitamente una parte su due milioni, stava aumentando velocemente, presto miliardi di molecole sostituirono completamente l'argon e cominciarono a danzare sempre più vicine fino a prendere una forma familiare... la vecchia signora finalmente stava mostrando il seno al vecchio domestico. Le rughe di Winnie cominciarono a distendersi, i muscoli a gonfiarsi, l'adrenalina e il testosterone a rifluire, la lunga attesa faceva ormai parte del passato. Il Guardiano stava diventando il Difensore.

Nota
Per fortuna di tutti, e soprattutto di Winnie, il trio dei Living Dead stava passando DI SOPRA, nessuno aveva pensato di difendere la Porta dall'altra parte, DI SOTTO.

***La Colchide
According to the Greek mythology, Colchis was a fabulously wealthy land situated on the mysterious periphery of the heroic world. Here in the sacred grove of the war god Ares, King Aeetes hung the Golden Fleece until it was seized by Jason and the Argonauts. Colchis was also the land where the mythological Prometheus was punished by being chained to a mountain while an eagle ate at his liver for revealing to humanity the secret of fire. Amazons also were said to be of Scythian origin from Colchis. The main mythical characters from Colchis are Aeetes, Medea, Apsyrtus, Chalciope, Circe, Eidyia, Pasiphaë.

From Family Album



domenica, gennaio 14, 2007

The boat of the Living Dead

Il nosto lettore non deve stupirsi del ritorno, in questa storia, di Pandemonium, Venkmann, Madame Shalikan. In fin dei conti erano, sinora, morti solo una volta: il primo nell'esplosione del treno, il secondo giustiziato da Jason Spengler, la terza massacrata nella sua casa di Camberwell Green. Non dimentichiamo poi la piega che sta prendendo la nostra storia e non mi meraviglierei, anch'io che sto partecipando a scriverla, se prima o poi ci trovassimo di nuovo al Titty Twister, luogo prediletto dei Living Dead. Abbiate pazienza e tutti insieme lo sapremo. Nel frattempo state molto attenti a Winnie (che negli ultimi minuti è cresciuto circa cinque centimetri ed ha strappato la sua patente di guida) e a Carne (che sta sviluppando una forte cacosmia).

Disclaimer

Abbiamo notato dei tentativi di intrusione da parte di alcuni hackers. Abbiamo sventato il loro progetto di modificare testi e immagini di questo blog mentre non siamo riusciti a bloccare la vendita non autorizzata delle due storie condotta con metodi sleali: per battere la concorrenza dei nostri pdf gratuiti vi consegnano 14 euro per ogni copia acquistata. Vi consigliamo in ogni caso di non acquistarle poichè sono state spruzzate con dosi massicce di estratto di Helleborus Foetidus Mutans, con tutte le sgradevoli conseguenze.

CARNET 122 - Shitgate keeper

In quattro secoli nessuno aveva cercato di forzare la porta, nemmeno i fricchettoni della fine degli anni sessanta che avevano ben altro per la testa. Le feroci lotte per il possesso dell'isola non davano spazio alla ricerca, gli effetti dell'oscuro mondo sottostante non vennero nemmeno notati dalle varie generazioni che vissero sull'isola, tutte impegnate per la sopravvivenza. Questa calma intorno alla porta avrebbe rilassato chiunque, ma non Winnie.
Oliver Cromwell*** non era un coglione (nel passato millennio era stato l'unico a introdurre una pausa nel sistema monarchico) e per giunta aveva accesso agli archivi della Tavola Rotonda dove erano conservate le Chiavi dei Misteri: se il Severo Cromwell gli aveva dato l'incarico di proteggere la Porta al di là di essa non potevano che esserci grandi pericoli°°° per l'Inghilterra (da buon inglese dei pericoli per il resto del mondo non gliene fregava nulla). Winnie sentiva che prima o poi - presto - sarebbe arrivato il nemico ed era pronto. Da solo non ce l'avrebbe fatta anche se aveva dalla sua il grande vantaggio di sembrare molto vecchio e molto debole; per giunta aveva dedicato gli ultimi decenni alla cura di Carne, lo aveva spinto verso grandi pericoli per temprarne il carattere con la complicità dei due Grandi Vecchi, gli aveva messo di fianco un debole Carnet, per formare nel suo protetto la tolleranza e l'altruismo, una seducente Kate perchè lui potesse, per quanto possibile, resistere alle tentazioni. Ora si stava avvicinando il momento della verifica del suo lavoro. Nel buio della notte, guardando il mare verso sud, gli sembrò di vedere una lama bianca tagliare la nera superficie del mare.

***dalla biografia di O.C. (1599-1658)
In 1630 Cromwell suffered what we would today term a mental breakdown. At the same time he underwent a powerful religious conversion to the Puritan cause. He afterwards said that he felt as though he was waiting for God to give him a mission: he had to preserve the Gate from evil devils...
... Cromwell himself took up the reigns as Lord Protector, head of an executive council. Several efforts were made to have him named king, but this Cromwell resisted firmly. He had to protect the Gate.

°°°O.C. (post mortem - 3 years later)
In 1661 Oliver Cromwell's body was exhumed from its grave and hung at Tyburn. Then his head was cut off and put on public display for nearly 20 years outside Westminster Hall. (Nde: le forze del male stavano prevalendo ma il segreto per il momento era salvo e la Porta aveva un nuovo guardiano, sconosciuto. Le forze del male per l'incazzatura fecero scempio dei resti di OC)

CARNET121 toward the challenge

Il mare si stava ingrossando, ma l'imbarcazione solcava le onde della Manica come un pattino nel ghiaccio. Sullo scafo, una bizzarra riproduzione di una divinità egizia: un dio con la testa di sciacallo. Complice la notte, il motoscafo era partito da Boulogne-sur-Mer, evitando il traffico di Calais e viaggiava a folle velocità nel mare scuro per raggiungere Weymouth nel più breve tempo possibile.
"Dobbiamo arrivare a Shitland domattina all'alba" disse Santanico Pandemonium.
"Sto facendo del mio meglio" risponse Venkman, alla guida del motoscafo.
"Non è abbastanza!" gli urlò Pandemonium allontanandosi.
Sotto coperta, mollemente adagiata su un divanetto color cremisi, Madame Shalikan sorseggiava un bicchiere di maraschino.
Si rivolse a Pandemonium in modo assai confidenziale:
"Io detto te che era meglio passare DI SOTTO, oui?"
"Non c'è tempo per i ripensamenti" disse Pandemonium guardando fuori, verso il cielo scuro.

CARNET 120 - Shitgate

Winnie era nato nel 1625, lo stesso giorno della morte di Giacomo I. 24 anni dopo era sul patibolo nelle vesti di giovane curato anglicano per fornire assistenza morale a Carlo I (impasto delle qualità di una donna, di un prete e di un ragazzo smarrito e delicato, non completamente sviluppato) negli attimi che precedettero la sua esecuzione. Oliver Cromwell, dopo avere sponsorizzato la sua nomina a vescovo di Felixstowe, gli trasmise parte dei segreti della vicina Sealand e lo nominò Guardiano della Porta, un incarico che avrebbe dovuto mantenere fino alla morte. In quegli anni parecchie volte Duncan McCloud lo aiutò a mantenere inviolato il passaggio che nasconderebbe la porta al mitico continente sotterraneo di Shitwana e sarebbe collegata con l'oscura saga di ShitGate, una realtà che i recenti riscontri sembrano attribuire più alla storia che al mito.

Nel corso dei secoli più volte Winnie e Duncan dovettero cambiare identità e ogni volta le loro strade ebbero modo di incontrarsi per discutere sui fondamenti di ciò che viene vissuto come buono, giusto o moralmente corretto, in contrapposizione a ciò che è male o è sbagliato. Condivisero alla fine l'idea che attraverso l'etica si potesse procedere alla ricerca di una gestione adeguata della libertà mentre sul libero arbitrio continarono ad avere idee divergenti. Spesso la noia invase i loro spazi ma entrambi sapevano aspettare.

La Porta. Winnie non sapeva dove portava ma ogni tanto si trovava ad odiarla. Gli altri vescovi passeggiavano lungo le rive del Tamigi, erano ospiti delle famiglie nobili della capitale, dedicavano il tempo a futili attività ben protetti, ben pasciuti, ben ricompensati della loro inutile partecipazione alla vita sociale. Lui invece, per colpa di questa porta di merda, era confinato su questa isola interdetta ai comuni mortali. Fu in quei giorni che iniziò a chiamarla Porta di Merda. Shitgate ne divenne quindi il nome ufficiale così come Sealand divenne Shitland anche su alcune carte nautiche.

sabato, gennaio 13, 2007

CARNET 119 - Winnie

Winnie ringraziò in cuor suo Lady Gwendalyne. Carne gli aveva chiesto un prestito e lui avrebbe acconsentito volentieri malgrado qualche piccola preoccupazione per come si stavano mettendo le cose. L'assegno scoperto aveva costretto Carne a dirgli, a mo' di Flack:
"Scherzavo, Winnie. Grazie lo stesso, volevo solo vedere come avresti reagito."
Winnie aveva visto crescere il piccolo Di Culo, era lui ad accompagnarlo a scuola, era lui che andava a riprenderlo, lo guardava ammirato quando prendeva lezioni di scherma, era il primo ad applaudire ad una stoccata vincente durante i suoi primi tornei, era il suo discreto autista mentre, nel sedile posteriore della Jaguar, avvenivano i primi approcci sessuali, gli aveva personalmente stirato la prima divisa dell'accademia. Con sofferenza lo aveva visto allontanarsi, sparire per lunghi periodi, ritornare per curarsi le ferite per poi allontanarsi di nuovo. Le parole non servivano, Winnie intuiva sempre i gradi del malessere del padroncino e cercava sempre di essere al posto giusto quando ci sarebbe stato bisogno di lui. Ora si trovava in un ambiente poco familiare, lontano dalle comodità della bella casa vittoriana di Bedford Square. Il cielo era plumbeo e sopra di lui una coppia di falchi merdini stava danzando nel vento, sotto di lui il suolo marrone simile alle feci umane, con il caratteristico colore bruno chiaro dei massicci calcarei, simili a diarrea depositata su merda indurita.
"Terribilis est locum iste. Cosa ci faccio qui?" si chiese.
"Lo so, questo luogo oscuro mi attendeva" si rispose.
Si ricordava bene di quando al seguito di Euston Meruris, maestro d’occultismo e al contempo agente dei servizi segreti inglesi, alla fine della seconda guerra mondiale aveva aderito alla Brown Gate – una derivazione della Società Esoterica Gallese – e poi fondato una sezione inglese dell’Ordo Merdiensis. La Brown Gate è a sua volta collegata con associazioni tedesche connesse alla dottrina segreta della russa madame Варианты замены– fondatrice a New York, nel 1946, della Società Iperfecale – e all’antroposofia del curato Higgins.
Da allora era rimasto in sonno per poco più di sessantanni. Ora Winnie si era svegliato per portare a termine il suo compito.

CARNET118

Lady Cophetua aveva ottenuto quello che voleva. Non era stato facile, ma lei sapeva come ottenere ciò che voleva. Aveva dovuto prostituirsi con Colui il cui Nome non può Essere Nominato, e con il Dootr Mouse, alias Grande Merda, alias Lord Carneade Di Culo. D'altra parte, non era la prima volta nella sua vita. Aveva dovuto prostituirsi la prima volta nel 1939, con il Principe di Edimburgo, per ottenere alcuni favori a Corte. Lo aveva fatto anche con Sir Winston Churchill, alla fine della guerra, per ottenere alcuni favori in parlamento. Un odioso grassottello che scopava con il sigaro in bocca e che faceva il segno di vittoria con le dita ad ogni orgasmo che Lady Cophetua simulava per compiacerlo. Soddisfare quei due vecchi non era altro che un'altra, penosa giornata dedicata a raggiungere i suoi scopi.
A convincerli, oltre alle prestazioni orali ed anali della nobildonna, erano state anche le sue surretizie argomentazioni: voleva che la storia avesse un filo più logico. Certamente non sarebbero stati così accondiscendenti se avessero saputo il vero scopo per cui Lady Cophetua volevva essere la fornitrice del mezzo magico, la donatrice amica, colei che mette alla prova Carne.
Ma ora aveva in mano le redini del gioco. Era stata lei a suggerire a Gwendaline l'idea dell'assegno a vuoto. Era stata lei a comprare le azioni di Carne, che adesso valevano milioni. Sollevò il ricevitore e compose il numero.
"Mister Di Culo? Sono Cophetua Hinshelwood. Ho qui un assegno di venti milioni di dollari per voi"
"Immagino che si tratti di un lavoro grosso, vero Milady?"
"Niente che non sia alla vostra altezza".

CARNET 117 - Assholes

Carne era nella merda. Flack (d'ora in poi detto Asshole One) anche, se Carne fosse riuscito a prenderlo. Ma per il momento c'erano altre priorità, il contratto andava rispettato altrimenti Carne avrebbe perso il deposito cauzionale che aveva versato e quel denaro (372.000 dollari, i 400.00 di Jason meno le spese di New York) era tutto quello che aveva. Non era la prima volta che Carne si trovava nella merda, gli era successo spesso sia letteralmente che metaforicamente. Tornò da John.
"Tu cosa suggerisci?"
"A che proposito?"
"Dell'Helleborus, della vecchia Lady Hinshelwood, di Carnet"
"Ormai sei ricco, da' loro quello che vogliono, del denaro, e togliteli dalle balle" ***
"No John, come disse Flack io stavo scherzando. Non è questione di soldi, è una questione di principio."
"Ti capisco, è successo anche a me con Lady Gwendalyne. Ho preso dei soldi per una questione di principio."
"Già. A proposito di quella storia, quanto ti ha dato?"
"Quello che mi ha offerto e che io ho preso, dieci milioni di sterline, 19.491.949 dollari, ho ancora il suo assegno al portatore, non sapevo cosa farmene."
Come al solito Carne aveva culo.
"19,491,949 più 372.000 uguale a 19.863.949. Mancavano solo 136.051 dollari. Il vecchio Winnie ha dei risparmi, li chiederò a lui, non farà domande." pensò Carne, ormai convinto di avere risolto i suoi problemi, senza sapere che Lady Gwendalyne (in questo caso Asshole Two), profonda conoscitrice di uomini, aveva capito che per John era solo una questione di principio. L'assegno era tratto su un conto privo di copertura.
Carne era nella merda.

*** nde: vedi CARNET 115

CARNET 116 - The song remains the same

A questo punto i lettori, sempre ammesso che ve ne siano, si chiederanno cha cosa stia succedendo a Carne. Quali oscure vicende stia attraversando e che cosa si profili al suo orizzonte. Lo abbiamo lasciato in viaggio, con forti disponibilità economiche e deciso a comprare un'isola, di cui ci siamo peritati di fornire tutte le indicazioni. Qualcuno ipotizza tuttavia che Sealand sia un po' peggiore di come la descrive il National Geographics.
Dicevamo, dunque, che i lettori, sempre ammesso che ve ne siano, saranno ansiosi di sapere come si evolve la vicenda del nostro eroe, ed avranno indubbiamente percepito questa ultima lenta digressione su altri personaggi come una inutile perdita di tempo. In particolare, avranno trovato assolutamente insensata la visita di Lady Cophetua ai due signori nello Yorkshire, e forse divertente - ma non certo pertinente - l'intrattenimento che si è riservato Carnet con una delle fantesche. Ma l'arte imita la vita, e anche nella vita, di quando in quando, accadono cose che sembrano non avere pertinenza con ciò che stiamo facendo. In genere le chiamiamo "rotture di coglioni", e come ogni sfaccettatura della nostra vita, anche questo romanzo non ne è scevro. Tuttavia, occorre dire che tutto, ma proprio tutto, nella vicenda che stiamo attraversando, ha una sua precisa ragion d'essere. Infatti, non sarà sfuggito ai lettori più accorti, sempre ammesso che ve ne siano, che la richiesta di Lady Cophetua impone comunque nuovamente la crisi dialettica sul libero arbitrio che attraversa tutto il racconto. Analogamente, l'affermazione maschile di Carnet, commista ad una certa lascivia e ad un inequivocabile edonismo epicureo, riporta al dubbio sulla doppia identità di Carne, e taluni paventano che l'ultima vicenda nelle cucine di casa De Culo abbia come protagonista Carne stesso, accreditando la tesi della schizofrenia.
La debosciata convivenza dei due presunti registi della vicenda, che sta per sfociare in un rapporto apertamente omosessuale, simboleggia l'imminente fusione delle due figure paterne che i due anziani rappresentano: il padre un po' assente, ma comunque logico e giusto, anche se fondamentalmente disinteressato, e il padre competitivo edipicamente invidioso del pene (e del culo) del figlio e per questo costantemente disposto ad imporgli difficoltà e punizioni, non già per forgiarlo, ma proprio per indurlo alla completa sfiducia in se stesso.
Con questo fardello di contingenze, al quale non possiamo tralasciare di aggiungere la presenza di una madre troia, Carne viaggia verso il suo destino, o quello che lui ritiene il suo destino.
Ma torniamo alla vicenda. A ciò che accadde al nostro eroe. Usci insieme a Kate prima degli altri dai grandi cubi dell'aeroporto di Stansted, mimetizzati in mezzo alle folle dei viaggi lowcost. Dopo poco più di un'ora arrivarono a Felixstowe per compiere un'azione d'impulso: l'acquisto del Principato di Sealand. Partirono immediatamente, viaggiando a folle velocità per una scura landa desolata, con alte scogliere a picco sul mare. Un cielo plumbeo, un temporale imminente. La Jaguar di Carne, un luminoso puntino bianco in un panorama color merda. La radio trasmetteva "the song remains the same" dei Led Zeppelin.

Squillò il telefono.
"Pronto, Biserni?"
"Sei tu Flack?"
"Massì, fanculo i nomi in codice, fanculo tutto"
"Che c'è?"
"Carne, volevo dire... non avrai creduto a quella storia delle azioni, spero..."
"Cosa stai cercando di dirmi?"
"Che ti ho fatto uno scherzo..."
"Cazzo" disse Carne
"Che c'è?"
"Ieri ho comprato un'isola"
"Beh, allora... niente di nuovo..."
"in che senso?"
"Sei nella merda."

CARNET 115 - Forgotten details

"Cazzo - disse improvvisamente John - ci siamo dimenticati di far sapere a Lady Hinshelwood dove avrebbe potuto trovare l'ingrediente per la Salsa!"
Sfogliando, si fa per dire, i suoi appunti sul suo inseparabile portatile mostrò a Carne la trascrizione degli avvenimenti, parola per parola: Ora si trattava di far sapere a Lady Hinshelwood che l'ingrediente era prodotto dall' Helleborus Foetidus Mutans, Lady Cophetua sarebe andata a prelevare le piante nel parco, Carnet sarebbe stato temporaneamente salvo. Non sapeva cosa voleva dire temporaneamente in Inghilterra ma ne conosceva il significato nel suo paese: per un po'. Ma in entrambi i casi si trattava di un tempo soggettivo, non determinabile a priori. In ogni caso era preoccupato per Carnet e quindi per Carne.
"Non me ne frega un cazzo. Mi sono rotto i coglioni. Di mio fratello e di quella brutta troia di Cophetua e di tutti gli intrallazzi che li legano. Vogliono dei soldi, La vecchia vede solo il denaro, Carnet vede solo le cose che può permettersi con il denaro. Vogliono denaro? glielo darò, ormai sono ricco anzi, che dico?, ricchissimo."
"E i lettori che vogliono sapere come va a finire la storia dell'Helleborus?"
"Si fottano anche loro!" e se ne andò con l'incedere tipico dei nuovi ricchi.

venerdì, gennaio 12, 2007

CARNET114

Carnet guardava triste gli alberi spogli. Dal salotto si vedevano molti alberi tristi. Per consolarsi un po' Carnet dovette guardare fuori attraverso un vaso di Lalique vagamente rosato. La servitù era tutta via, tranne una giovane apprendista cuoca, Christine. Una rozza ragazzotta della Cornovaglia, tornita come un fuso e dalla pelle di pesca.
Il pranzo era servito, erano le otto e mezza di sera, e tutti erano in libera uscita. Il fidanzato di Christine la attendeva giù, in Bedford Square.
"Signore... se non ha più bisogno di me..."
"Che c'è per cena?" chiese Carnet senza distogliere lo sguardo dalla finestra
"Involtini e pollo al curry, signore. Con verdure e formaggi."
"... Christine, giusto?"
"Sì, Milord"
"Apprendista cuoca, vero, Christine?"
"Sì, Signore. Grazie ai buoni uffici di Lady Hinshelwood, Dio l'abbia in gloria.
Grazie, e buonasera, signore."
"E... che cos'hai imparato, come apprendista, Christine?"
"Apparecchio tavola, sminuzzo le verdure, pulisco i pesci e la cacciagione. Ed ora Miss Cougherty mi ha permesso di preparare anche qualche intingolo sotto la sua riverita sorveglianza"

Carnet rimase in silenzio. La ragazza era in forte imbarazzo.

"Nient'altro?"
"Beh... tante piccole cose, Milord. Si va per gradi..."
"Vieni con me in cucina, Christine" disse Carne prendendola per mano "Voglio insegnarti una ricetta che farà di te una cuoca.
"Ma Signore, veramente... se potessimo rimandare..."
Ma Carnet aveva già acceso le luci della grande cucina, e si apprestava solerte a preparare alcuni ingredienti. Inoltre Christine non era nella posizione di potersi opporre. Ottenere un posto come Lord Kitchener's Valet a casa De Culo non era certo una cosa che capitava tutti i giorni. Carnet preparò una sfoglia.
"Vieni qua, non stare lì imbambolata. Vieni, impasta..."
Mentre lavoravano la pasta, le mani di Carnet si intrecciavano con quelle di Christine. Carnet era vicinissimo alla ragazza.
"Devi stendere la pasta con il mattarello su un piano di lavoro infarinato. - disse - Poi ritagli 4 quadrati di circa 8 cm di lato, usando un coltello molto affilato. Prepari quindi otto "cornici", sempre di 8 cm di lato ma vuote all'interno. .
Le mani di Carnet accarezzavanole braccia e le spalle di Christine, ormai pronta alla resa.
"Sistemi i 4 quadrati su una teglia coperta con carta da forno e bucherelli la pasta in più punti con una forchetta. Spennelli i lati con un po' di acqua e ci metti una cornice. Che buon profumo, che hai - disse Carnet affondando il naso nel collo della ragazza. - Procedi nello stesso modo con un altra cornice. Sbatti un tuorlo con un cucchiaino di acqua e spennellie soltanto la cornice superiore dei cestini, badando a non spennellare i lati".
Carnet aveva passato le mani infarinate intorno alla vita di Christine.
Accendi il forno a 200° - disse, appoggiandole il pube sul coccige - e riponi la teglia in frigo finché il forno non avrà raggiunto la giusta temperatura. Poi cuoci i cestini finché saranno ben gonfi e dorati. Ci vogliono circa 12."
Carnet estrasse il suo membro turgido e spinse il viso della ragazza verso il basso.
"Toglili dal forno e lasciali raffreddare su una griglia" disse all'improvviso.
"Monda gli asparagi e togli le punte che tagliamo in due per il lungo. Taglia tutta la parte tenera degli asparagi a pezzi di circa 2 cm e lessali in acqua salata.
Passarono alcuni minuti. Mentre cuocevano gli asparagi, Carnet tolse accuratamente tutti i vestiti alla ragazza. Le sue mai la toccavano dappertutto, sapientemente.
"Sono cotti - disse - Prelevali con un mestolo forato e tuffa le punte nell'acqua bollente per 5 minuti, quindi scolale e tienile da parte. Lascia scolare bene gli asparagi e frullali, non le punte, in modo da ottenere un puré. Trasferisci il puré in un pentolino e unitsci il tuorlo intero e quello che hei usato per spennellare la pasta sfoglia. Unisci il formaggio, sale, pepe e mescola bene".
Il membro di carne era tutto dentro la ragazza. Pochi movimenti, poi si staccò.
"Pulisci bene le capesante. Se sono grosse, taglia la noce, la parte bianca, in due fette orizzontali. Scalda il burro in un padellino e fai cuocere le capesante, circa 2 minuti per lato a fuoco vivo. Sala, impepa, sfuma con il vino e spegni la fiamma quando questo si sarà ridotto di metà. "
Il membro era di nuovo dentro, e stavolta si muoveva furiosamente mentre la ragazza era ai fornelli.
"Scola le capesante e unisci il loro liquido di cottura al puré di asparagi.
Riscalda brevemente i cestini in forno. Metti il pentolino su fuoco basso e fai ispessire la crema di asparagi, mescolando sempre. Distribuisci la crema nei cestini e deponici sopra le capesante e le punte di asparagi."

Appena dopo un molteplice orgasmo sincrono carpiato, stapparono una bottiglia di Chateau Lafitte di un anno particolarmente fortunato, e si apprestarono a mangiare i Cestini di capesante e asparagi.

CARNET113

Per la verità Grande Merda era un po' sorpreso.
Non era consuetudine che un personaggio appartenente al racconto interagisse con coloro che tenevano le redini del gioco. Sempre ammesso che lui e Colui avessero davvero quel ruolo. Una volta era toccato anche a lui muoversi dallo Yorkshire e andare in Italia a prendere accordi con il Commendator Breviglieri. E un'altra volta aveva dovuto andare fino in Messico, fingersi uno zoppo con la barba sfatta da tre giorni, andare al Merdoso Beach e con tutti gli sgabelli liberi, sedersì proprio lì, accanto a Carne. Ma si trattava di suo figlio... Adesso invece, quella vecchia baldraccona imbellettata pretendeva di venire a interferire direttamente nella storia, probabilmente per tutelare qualche suo interesse.
Il fuoco scoppiettava.
"Buon giorno, Lord Di Culo" disse l'anziana signora, mostrando che sapeva chiaramente chi aveva davanti, anche se il padre di Carne si era sempre nascosto dietro diversi pseudonimi.
"Milady," disse laconicamente Grande.
"Ti fa piacere una tazza di the, Coffy?" disse svogliatamente Colui
"Preferirei un goccetto di whisky di malto" rispose lady Cophetua, un po' ansiosa.
"Costas, ti prego, caro, porta un Glen Shitlarson a Lady Cophetua... liscio, vero?"
"... e doppio" aggiunse la nobildonna.
"A ma il solito the verde, e a Grande uno yogurth al mango" Grande incassò silenzioso. Odiava lo yogurth al mango.
Passi felpati di Constantin sul bukara, scoppiettio della brace. La neve cadeva silenziosa.
La vecchia pendola scandì le cinque del pomeriggio.
"Veniamo al dunque, signori... - cominciò accorata Lady Cophetua - come senz'altro saprete, a Londra io godo di una certa influenza. E come certo immaginerete le informazioni mi arrivano da più fonti. Inoltre ho a cuore il destino di Mister Carne, perchè è il fratello del mio povero Carnet, ed è l'unico che può garantirgli di continuare a vivere in modo agiato. Ho saputo che Carne adesso è molto ricco, mentre Carnet... beh, diciamo che spende troppo, povero cuore".
"Milady, sapete che noi non potremmo..." obbiettò Grande Merda, ostacolando come sempre qualcuno che aveva intenzione di aiutare suo figlio.
"Basta con queste stronzate, Milord. Che cos'è, un gioco di ruolo? Parliamoci per una volta come persone autentiche, senza pensare a chi siamo e ai ruoli che ci hanno assegnati"
"Ebbene?" chiese Colui
"Ebbene - aggiunse Lady Cophetua - ho saputo anche che ci sono delle tappe obbligatorie... dei capitoli prescritti. Non è forse vero?"
"Come l'hai saputo?" chiese Colui
"Ha, sono una vecchia signora, ma ho amici nei Servizi Segreti... Numero 12: eroe messo alla prova dal donatore amico...
Numero 13: reazione dell'eroe..."
"Vi prego, Milady..." disse Grande Merda stridulo.

Nello Yorkshire cominciava a imbrunire. La neve si faceva azzurra per le ombre della sera. Colui si alzò, prese un ciocco di castagno e lo pose nel camino.

"Vorrei essere io la donatrice amica. Vorrei mettere alla prova Carne." disse la vecchia con sguardo lubrico.
"Ma il donatore c'è già. Si chiama Flack."
"Allora dovremo eliminare questo Flack" disse Lady Cophetua.
"Non si potrebbero cambiare i destini prescritti... Ma perchè ci tieni tanto?" chiese Colui, sorseggiando il the verde.
"Deve rivelarmi un segreto"
"Quale segreto?"
"Madame Shalikhan mi è apparsa durante una seduta spiritica, e mi ha detto che Carne conosce il segreto della Salsa Pea & Lerrins. Se non scopriamo quel segreto, La fortuna di Miss Gwendaline si assottiglierà giorno dopo giorno!"
"Ah, un vero problema" disse sarcastico Grande Merda
"Si, milord, un problema, perche in CARNET DE CULO Chapter 28, sta scritto: "Ora si trattava di far sapere a Lady Hinshelwood che l'ingrediente era prodotto dall' Helleborus Foetidus Mutans, Lady Cophetua sarebe andata a prelevare le piante nel parco, Carnet sarebbe stato temporaneamente salvo".
"Non capisco dove sta il problema" disse Colui un po' stizzito.
il fuoco scoppiettava nuovamente.
"Il problema è che nessuno ha dato seguito a quella frase. Carne è partito, quindi a rigor di logica io non so nulla"
"Mio Dio - pensò Grande Merda - questa vecchia nevrotica è qui per una svista nel racconto... Con tutti i problemi che abbiamo. E'pazzesco!"
"Non è pazzesco, Milord - disse Lady Cophetua leggendogli nel pensiero - è solo che a me piacciono le cose ben fatte. Tutto qua".