mercoledì, gennaio 17, 2007

CARNET 128 - The living island

La vibrazione dell'aria e la successiva zaffata di metano lasciarono il posto ad un'altra, più preoccupante, presenza: un enorme necator americanus scivolò per un attimo sulla superficie. Lo riconobbe subito per la sua ampia capsula buccale e le due lamine chitinose a forma di uncino. Aveva già avuto modo di incontrane uno su Shit, l'unico pianeta vivente tra i 22 che aveva dovuto frequentare. Solitamente questi mostri non avevano fretta, si accontentavano di succhiare la linfa delle loro vittime senza produrre effetti a breve termine. Per raggiungere le cavità interne del territorio che avevano scelto cercavano pozzi, gallerie, terreni carsici in cui potersi infilare e poi, con tutto il tempo a disposizione, eliminavano tutto il ferro esistente per indebolire l'ospite. Il Necator (l'assassino) doveva essere lì da tempo, sia per le inusuali dimensioni che per il fatto che Carne nulla aveva fino a quel momento visto se non merda. La bestia si dunque succhiata tutto quello che da succhiare c'era su Shitland ma se era ancora in vita doveva avere da qualche parte delle scorte o si accontentava degli zuccheri disciolti nelle feci.
"L'Helleborus Phoetidus!" Sull'isola sarebbe cresciuto rigoglioso come a Camberwell Green, avrebbe risucchiato tutti i liquami del sottosuolo, eliminato il Necator appena visto e tutti gli altri che sicuramente prosperavano nei grandi canali che si diramavano dal lago e, prima o poi, avrebbe permesso a carne di trovare il grande deposito di ferro. Lo avrebbe ceduto alla Cina che ne era affamata in cambio di grandi quantità della Merda di Capodanno che, ricca di proteine, avrebbe alimentato la sua coltivazione di Helleborus. Poi, dolo la grande ristrutturazione del sottosuolo, la vita sarebbe ritornata sull'isola. Poi avrebbe provveduto ad eliminare Pandemonium per rispettare il patto con la vecchia troia.