domenica, febbraio 04, 2007

CARNET 152

E sognò.
Per tutta una serie di situazioni nelle quali il sogno si intreccia con la realtà, e anche per il noto motivo (sostenuto prevalentemente da un vecchio rincoglionito) che "siamo fatti della stessa sostanza di cuo sono fatti i sogni", Depufripalo si concretizzò nella stanza. Piangeva, strepitava e batteva i piedi.
"Non potete abbandonare la storia di Shitland così sui due piedi. Non potreste fare in modo che Shitland sia la realtà e questa stupida villetta altoborghese non sia altro che una delle tante visioni olografiche possibili dall'isola?"
Colui, indispettito, tirò una suppellettile verso quel giovane culpardo insolente che si era materializzato senza chiedergli il permesso. Depufripalo la scansò senza neanche bisogno di spostarsi.
Grande Merda russava.
"Hey, Grande Sacco di Grande Merda!" gli urlò il giovane culpardo.
Grande si svegliò, un po' sorpreso. Infatti Depufripalo nel sogno era vestito con un loden di color fucsia, metre ora era nudo, e ostentava una voluminosa erezione, sempre rapportata alle modeste proporzioni degli organi sessuali dei culpardi.
"Che vuoi?" gli chiese.
"Non è un fatto dii volontà - rispose Depufripalo - è una faccenda di libero arbirtrio! Hai capito, testone?"

Fu sufficiente quella parola a far precipitare gli eventi.
Carne guardò Pandemonium che rispose con un cenno che fu scambiato erroneamente per un assenso. La prima scarica partì non appena Carne ebbe girato le spalle ma non fece in tempo a raggiungere l'obiettivo: Pencroff, temendo per il piccolo Harbert, si lanciò per proteggerlo prendendosi il colpo in pieno petto.
Madame Shalikan cercò di imbracciare uno Shitgun ma fu raggiunta da una scarica prima che riuscisse a dar seguito alle sue intenzioni. In breve tutta la spiaggia di cipree fu glassata di merda.
Winnie e Brev sorvegliavano la battaglia come pazienti numi tutelari.
Carne gridò a Kate:
"Tieni il conto dei morti!" Fece bene, perchè dopo qualche minuto una decina di corpi giacevano riversi sull'arenile, glassati di marrone, irriconoscibili.
Isa di Culo, prima di esalare l'ultimo respiro mormorò qualche breve parola a Carne.
"Figlio... di troia!" Ma non c'era tempo per i sentimentalismi. Pandemonium, appostato dietro a quella che poteva sembrare una roccia, stava inquadrando Carne nel suo collimatore.
"Addio, Fratellino." disse digrignando i denti giallastri. Ma lo shitgun fece solo "Schiaff!, e un pallido getto senza potenza uscì colando fuori della canna. Allora gettò lo shitgun e si diede alla fuga. Carne lo inseguì.

L'isola riprese a muoversi.