giovedì, dicembre 14, 2006

CDC 549

Col mento abbandonato sui pugni Carne osservava il passeggio dal suo tavolino ai Deux Magots. Boul'Mich sfavillava. Accanto a lui stava accovacciato Crozzo, l'alano di razza purissima. Il collare di Crozzo, tempestato di diamanti emanava bagliori che rimbalzavano sulla spilla fermacravatte di Carne. Il cane sbadigliò.
"Ancora due bourriches di Fines de Claire triplo zero per la mia bestia"
"Bien sûr, Monsieur!"
"E per me altro Krug, con una vaschetta di Petrossian".
"Naturellement, Monsieur"
Carne si era rotto il cazzo di fare una vita di merda nel giro di Caprakate, insieme con Breviglieri, con quel pirla di Colui, con Spengler Venkman e Statz, quei tre coglioni straccioni. Basta, con tutti i soldi che aveva. Aveva finto di essere a pezzi per non offenderli, e aveva fatto in modo che sua madre lo ospitasse per un po' a Parigi.
"Mamma" mormorò.
Isa Di Culo era ancora una bellissima donna. Il vestito da sera di Worth la fasciava mettendo in risalto le sue forme mature. Il décolleté ancora fresco era sottolineato da due semplici giri di topazi chiari, sfaccettati a cabochon e ripresi da un pavé delle stesse pietre sui due bracciali a fascia, che portava con grandissima disinvoltura. Estrasse dalla borsetta filigranata di platino il bocchino di lacca cinese e una Balkan Sobranie verde acqua.
"Fammi accendere, Carne" disse allungando al figlio il Dupont vintage incrostato di zaffiri pallidi e madreperla.