Carne di culo - 21/516
Il dottor Mouse si era appena sbrodolato il pastrano bevendo troppo velocemente uno skunk. Era alcol puro, additivato con succo di prugne cotte transgeniche. Una vera scopa. "Speriamo che non faccia effetto nelle prossime due ore", pensò. Poi uscì. Arrivò fino alla periferia di Oaxaca, dove la spiaggia cominciava a cambiare colore e a passare dal rossiccio degli Yaqi e dei Toltechi al grigio della Versilia. Passò sotto il cartello con scritto "Viareggio". La pensione Belvedere si ergeva solitaria su un litorale ancora poco urbanizzato, tra palmizi giovani e una bella siepe di ligustro. Mouse raccolse da terra un volantino: un concerto di Louis Armstrong alla Bussola. "A occhi e croce da queste parti siamo intorno alla metà del XX secolo..."
"Nel 1960, esattamente. In pieno inverno." disse il Commendatore ad alta voce, attraversando la litoranea.
"Come sta, Commendator Breviglieri?"
"Francamente, se vuole che glie lo dica, ho un po' di difficoltà a seguire questa faccenda..."
"Capisco" rispose laconico Mouse.
"Non la prenda male, dottore, ma da queste parti noi abbiamo poca dimestichezza con salti quantici e identità multiple..."
"La ragazza sta bene?"
"Si, sta bene, ma... per quello che le ho detto... insomma... non possiamo più tenerla qui a Viareggio".
"Le ha dato delle noie?"
"No, ma... ha dei comportamenti che... e poi, quei tre... mi fanno paura - disse il Commendatore sottolineando la frase con una scarica di diarrea - Sono passati anche una settimana fa. Per fortuna il loro marchingegno del tempo ha funzionato male e credevano che fosse l'altro ieri. Hanno cercato dappertutto, ma non l'hanno trovata, ovviamente. Non era ancora arrivata".
"Quei tre hanno vita breve"
"Manderete Carne, a farli fuori?"
"Ci sta già pensando il loro principale, Grande Merda. Comunque Carne dovrà andare lo stesso laggiù, a Walfangurbjan, a recuperare il carico.
"Povero cristo" disse il commendatore accendendosi una Turmac Blu.
Continuava a nevicare. Kate, nella stanza numero quattro della pensione Belvedere continuava a vedere il volto di Carne comparire evanescente tra i fiocchi dorati, bruciaticci, asciutti, che ballonzolavano leggeri nell'aria.
"Nel 1960, esattamente. In pieno inverno." disse il Commendatore ad alta voce, attraversando la litoranea.
"Come sta, Commendator Breviglieri?"
"Francamente, se vuole che glie lo dica, ho un po' di difficoltà a seguire questa faccenda..."
"Capisco" rispose laconico Mouse.
"Non la prenda male, dottore, ma da queste parti noi abbiamo poca dimestichezza con salti quantici e identità multiple..."
"La ragazza sta bene?"
"Si, sta bene, ma... per quello che le ho detto... insomma... non possiamo più tenerla qui a Viareggio".
"Le ha dato delle noie?"
"No, ma... ha dei comportamenti che... e poi, quei tre... mi fanno paura - disse il Commendatore sottolineando la frase con una scarica di diarrea - Sono passati anche una settimana fa. Per fortuna il loro marchingegno del tempo ha funzionato male e credevano che fosse l'altro ieri. Hanno cercato dappertutto, ma non l'hanno trovata, ovviamente. Non era ancora arrivata".
"Quei tre hanno vita breve"
"Manderete Carne, a farli fuori?"
"Ci sta già pensando il loro principale, Grande Merda. Comunque Carne dovrà andare lo stesso laggiù, a Walfangurbjan, a recuperare il carico.
"Povero cristo" disse il commendatore accendendosi una Turmac Blu.
Continuava a nevicare. Kate, nella stanza numero quattro della pensione Belvedere continuava a vedere il volto di Carne comparire evanescente tra i fiocchi dorati, bruciaticci, asciutti, che ballonzolavano leggeri nell'aria.
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