CARNET DE CULO Chapter 20 - Carne returns!
Carne raggiunse la Ka con passi leggeri. John si accorse di lui solo quando vide la portiera aprirsi e una mano minacciosa entrare nell'auto .
"Attento al portatile, sta per cadere." riuscì a dire prima che Carne lo estraesse per il collo dalla vettura.
Il portatile, anzichè cadere, scivolò sul tappetino destro, senza alcun danno.
"Ma tu non eri dentro la villa?" riuscì a dire con voce letteralmente soffocata John.
Carne lo osservava con attenzione, confrontandolo con i ricordi che via via scorrevano.
"Non ti conosco. Rispondi subito a tre domande e vincerai un premio. Chi sei? Cosa fai qui? Chi ti ha mandato?"
"Sono John Caruso o, meglio, John Peacock Caruso. Sto cercando di recuperare i miei soldi. Nessuno mi ha mandato."
Sembrava sincero. Carne gli assegnò il premio promesso, la vita. Allentò la stretta sul collo anche perchè non aveva alcuna intenzione di ricominciare a far fuori della gente senza motivo e parlò:
"No, sono qui, non sono mai entrato in quella villa. Nessun personaggio assai inconsueto di razza indiana, con un grosso turbante turchino ed una lunga veste bianca con colletto alla coreana, mi ha aperto il cancello."
"Ti ho visto. Ti ho seguito sin qui da Bedford Square. Sei sceso dalla macchina e sei entrato nella villa."
"Ti ho detto di no." Carne non voleva ancora svelare le sue carte, voleva sapere prima in quale tipo di casino si fossi infilato suo fratello.
John si rassegnò. Forse non conveniva fare irritare quell'energumeno.
"Per il momento ti ho graziato. Adesso dimmi qualcosa di più, cioè tutto."
John non ebbe dubbi. Sapeva che doveva accontentarlo. Cominciò a raccontare tutto, saltando gli episodi dell'infanzia e cominciando dal giorno del suo trentesimo compleanno quando aveva saputo la verità sulle sue origini.
Carne lo ascoltò con attenzione. Troppe erano le coincidenze, dalla trivedovanza della chiappona alla ricerca collettiva dell'ingrediente misterioso dell salsa. Prima di fare il primo passo c'era bisogno di organizzare le risorse. Fece un cenno a Kate e Jason che si avvicinarono alla Ka.
"E' uno dei nostri" disse Carne senza accorgersi del sospiro di sollievo di John, un suono molto simile ad una flebile scoreggia che ricordò a Kate gli ultimi attimi di vita del nonno. Due grosse lacrime fecero capolino tra le sue palpedre ma lei fu lesta a ricacciarle indietro.Non era lì per piangere ma per trovare chi l'avrebbe aiutata a localizzare almeno un esemplare di Shit Tree, una pianta che quando ...la spezzi, dai rami esce un liquame scuro e puzzolente, l'ingrediente segreto della Salsa, quello che la rendeva inimitabile, e che garantiva quel caratteristico bruciore al culo che era diventato uno status symbol.
"Andiamo!" disse Carne.
E andarono.
Cinque erano le cicatrici che portava su di se', e cinque i lunghi consunti vessilli delle sue dure prove, ma il lungo riposo nella bella casa di Bedford Square gli aveva ridato le forze.
Al buio Carne ricordò di essere già stato nei paraggi. Dove sorgeva il vecchio manicomio di Peckam House, ormai chiuso dal 1955, c'era infatti lo studio del vecchio psicoanalista che lui e suo fratello si divertivano a prendere per il culo, spacciandosi ogni volta l'uno per l'altro, creando nel vecchio dottore la certezza di trovarsi davanti ad un caso lampante di schizofrenia.
"Andiamo!" disse Carne rimpiangendo di non avere un intrusore anale e uno shitgun.
"Attento al portatile, sta per cadere." riuscì a dire prima che Carne lo estraesse per il collo dalla vettura.
Il portatile, anzichè cadere, scivolò sul tappetino destro, senza alcun danno.
"Ma tu non eri dentro la villa?" riuscì a dire con voce letteralmente soffocata John.
Carne lo osservava con attenzione, confrontandolo con i ricordi che via via scorrevano.
"Non ti conosco. Rispondi subito a tre domande e vincerai un premio. Chi sei? Cosa fai qui? Chi ti ha mandato?"
"Sono John Caruso o, meglio, John Peacock Caruso. Sto cercando di recuperare i miei soldi. Nessuno mi ha mandato."
Sembrava sincero. Carne gli assegnò il premio promesso, la vita. Allentò la stretta sul collo anche perchè non aveva alcuna intenzione di ricominciare a far fuori della gente senza motivo e parlò:
"No, sono qui, non sono mai entrato in quella villa. Nessun personaggio assai inconsueto di razza indiana, con un grosso turbante turchino ed una lunga veste bianca con colletto alla coreana, mi ha aperto il cancello."
"Ti ho visto. Ti ho seguito sin qui da Bedford Square. Sei sceso dalla macchina e sei entrato nella villa."
"Ti ho detto di no." Carne non voleva ancora svelare le sue carte, voleva sapere prima in quale tipo di casino si fossi infilato suo fratello.
John si rassegnò. Forse non conveniva fare irritare quell'energumeno.
"Per il momento ti ho graziato. Adesso dimmi qualcosa di più, cioè tutto."
John non ebbe dubbi. Sapeva che doveva accontentarlo. Cominciò a raccontare tutto, saltando gli episodi dell'infanzia e cominciando dal giorno del suo trentesimo compleanno quando aveva saputo la verità sulle sue origini.
Carne lo ascoltò con attenzione. Troppe erano le coincidenze, dalla trivedovanza della chiappona alla ricerca collettiva dell'ingrediente misterioso dell salsa. Prima di fare il primo passo c'era bisogno di organizzare le risorse. Fece un cenno a Kate e Jason che si avvicinarono alla Ka.
"E' uno dei nostri" disse Carne senza accorgersi del sospiro di sollievo di John, un suono molto simile ad una flebile scoreggia che ricordò a Kate gli ultimi attimi di vita del nonno. Due grosse lacrime fecero capolino tra le sue palpedre ma lei fu lesta a ricacciarle indietro.Non era lì per piangere ma per trovare chi l'avrebbe aiutata a localizzare almeno un esemplare di Shit Tree, una pianta che quando ...la spezzi, dai rami esce un liquame scuro e puzzolente, l'ingrediente segreto della Salsa, quello che la rendeva inimitabile, e che garantiva quel caratteristico bruciore al culo che era diventato uno status symbol.
"Andiamo!" disse Carne.
E andarono.
Cinque erano le cicatrici che portava su di se', e cinque i lunghi consunti vessilli delle sue dure prove, ma il lungo riposo nella bella casa di Bedford Square gli aveva ridato le forze.
Al buio Carne ricordò di essere già stato nei paraggi. Dove sorgeva il vecchio manicomio di Peckam House, ormai chiuso dal 1955, c'era infatti lo studio del vecchio psicoanalista che lui e suo fratello si divertivano a prendere per il culo, spacciandosi ogni volta l'uno per l'altro, creando nel vecchio dottore la certezza di trovarsi davanti ad un caso lampante di schizofrenia.
"Andiamo!" disse Carne rimpiangendo di non avere un intrusore anale e uno shitgun.
1 Comments:
great, great, GREAT!!!
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