martedì, gennaio 02, 2007

Carnet Chapter 25 - Death by shit

Carne ebbe un attimo di compassione per la culomante non perchè fosse morta ma per il modo in cui era morta, con la sua esperienza non lo avrebbe mai augurato a nessuno. Tolse il primo strato, poi il secondo e via così fino a scoprire il petto, vizzo e grinzoso, coperto a malapena da uno jabotche che forse, un tempo, prima della glassatura poteva essere stato bianco. Piano piano risalì verso il viso finchè scoprì gli occhi, sbarrati: due topazi giallastri e fiammeggianti, incorniciati da palpebre simili al cuoio consunto nella parte superiore, e da enormi borse cascanti, simili allo scroto del demonio, nella parte inferiore.
Punjab, in un angolo della stanza, piangeva a dirotto. L'aveva amata, ancora prima di accoppiarsi con lei nelle cantine del vicino manicomio dove lui lavorava come infermiere e dove lei risiedeva come ospite. Aveva continuato ad amarla anche durante la sua relazione omosessuale con Lady Hinshelwood, non aveva smesso di amarla anche quando lei lo aveva trasformato in un ladro, l'amava anche in quel momento, anche se era coperta di merda. La sua vita non aveva pià senso senza di lei. Ne era certo. Nessuno prestò attenzione a quello che stava per fare. Nessuno prestò attenzione a quello che fece finchè i lamenti di Punjab divennero insopportabili. Il kriss aveva fatto il suo dovere, la ferita non era rimarginabile e solo il pugnale che l'aveva prodotta fermava a stento la fuoriuscita di sangue. Carne era seccato dell'imprevisto perchè, nell'attesa che Punjab morisse, avrebbero perso una decina di minuti, ma si trovavano in Inghilterra e quella era la prassi.
"Carne, mi sta bruciando il culo" disse sottovoce Kate per non farsi sentire da Jason.
"Stai diventando volgare" rispose Carne, cercando di capire quale tipo di seduzione la ragazza stesse mettendo in atto.
"Non dire cazzate, scemo! Il bruciore è iniziato poco fa, mentre attraversavo il giardino."
Carne praticamente non la sentì, intento come era ad osservare l'enorme cammeo di giada che troneggiava sul petto avvizzito dell'ex Madame Shalikhan. Ne aveva visto uno simile, anzi uguale, a Parigi nel pied-à-terre di avenue Foch, in un cofanetto portagioie d'epoca nella suite di Isa. Se lo ricordava bene, con il coperchio leggermente bombato, con decorazione sui quattro lati in oro zecchino e con la riserva centrale decorata da una pianta con un ramo spezzato. C'era anche una sigla, a mo' di firma.

Kate sobbalzò quando sentì Carne mormorare: "T.G.F.?" Erano le iniziali di suo nonno, Timothy Graham Fuller. Temendo di non riuscire a tramandare il segreto della Salsa aveva sparso indizi dappertutto sicuramente sapendo che (ai tempi del convoglio di bario) la nipote prediletta era con Carne. Aveva quindi donato un portagioie a Isa, sapendo che: a) non lo avrebbe rifiutato perchè Isa non rifiutava mai niente; b) prima o poi Carne, suo figlio, lo avrebbe notato per deformazione professionale; c) prima o poi Carne e Kate si sarebbero lasciati e ritrovati e al momento giusto ne avrebbero parlato.

La ferita sul braccio di Kate cominciava a bruciare quanto il suo culo e Jason cominciava a credere che non esistesse un fratello gemello.